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La mossa M5S: sostegno ai 6 referendum su norme del Governo Renzi

Anche oggi giornata di mobilitazione del M5S contro il Governo Renzi: sostegno all’iniziativa referendaria contro “La Buona Scuola” e “Sblocca Italia”.
A cura di Redazione
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Dopo il successo alle Elezioni amministrative, Grillo aveva promesso un cambio di passo avente come obiettivo la vittoria alle prossime elezioni politiche. Così, dopo aver sfidato il Partito Democratico ad approvare un pacchetto di riforme e provvedimenti volti a "dare ossigeno al Paese", il Movimento 5 Stelle rilancia la battaglia referendaria contro due norme cardine del Governo Renzi: lo Sblocca Italia e la Buona Scuola.

Oggi infatti militanti e attivisti grillini si sono dati appuntamento nelle principali piazze italiane per raccogliere le firme utili alla presentazione dei 6 quesiti referendari (c'è tempo fino al 10 luglio), che i 5 Stelle considerano "battaglie sacrosante e di civiltà". La ratio è quella di mandare "un messaggio forte chiaro a chi vuole svendere i beni pubblici, smantellare l’istruzione, mettere in pericolo la nostra salute e il nostro paesaggio".

Si legge sul blog di Grillo:

Renzi, il suo governo e le lobby che lo appoggiano hanno già messo campo provvedimenti scellerati, come lo “Sblocca Italia” e la "Buona Scuola", che i cittadini consapevoli e informati non vogliono

[…] L’M5S vuole un’Italia completamente all’opposto rispetto a quella che ci vogliono imporre questa politica e i poteri forti: noi non vogliamo gli inceneritori, ma la raccolta differenziata e un ciclo virtuoso dei rifiuti! Noi non vogliamo le trivelle, ma sviluppare un piano nazionale di energie rinnovabili! Noi non vogliamo la Buona Scuola (che di buono ha solo il nome), ma un sistema d’istruzione nel quale si torni a investire davvero e che metta al centro gli studenti, gli insegnanti e una didattica al passo coi i tempi! Noi non vogliamo che l’acqua sia ceduta ai privati, perché un referendum ha già sancito che i cittadini la vogliono pubblica!

L'elenco dei quesiti è così sintetizzato:

TRIVELLE. Il quesito sulle trivelle, abrogando la normativa introdotta dal governo di Trivellopoli, consentirà di applicare il divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi a tutta Italia (attualmente esistono limiti solo in alcune zone del Paese) per i nuovi interventi in terraferma e in mare al di fuori delle 12 miglia. Non è possibile applicarlo alle concessioni già assegnate dallo Stato, perché colpirle avrebbe reso il referendum inammissibile.
L'intento è chiaro: bloccare tutti i nuovi progetti di perforazione ed estrazione, ridurre devastazioni e problemi di salute connessi ai progetti petroliferi e affrontare, almeno per il nostro Paese, il tema dell'abbandono progressivo dello sfruttamento degli idrocarburi che causano sconvolgimenti climatici, con grave rischio per la vivibilità della Terra. Ci sono decine di richieste di nuove concessioni in corso. Il quesito vuole fermarle.

INCENERITORI. La normativa cosiddetta ‘Sblocca Italia' fa diventare gli inceneritori "infrastrutture di interesse strategico nazionale". In altre parola, con questa locuzione, si permette al Governo di far tutto ciò che vuole. Tramite il quesito referendario sarà abolita questa classificazione e si elimina il potere del Governo di decidere dove piazzare i nuovi inceneritori e la capacità di questi impianti. Inoltre, si toglie all'esecutivo il potere di commissariare le Regioni sull'ambito. Non sarà più obbligatorio potenziare al massimo il carico termico e riclassificazione a recupero energetico gli inceneritori esistenti, il trasporto di rifiuti prodotti in una regione per incenerirli in un'altra, il dimezzamento dei termini di espropriazione per pubblica utilità e la riduzione dei tempi per la Valutazione di Impatto Ambientale.

SCUOLA. Su questo fronte, tramite il provvedimento paradossalmente denominato della "Buona scuola", il Governo ha deciso di ignorare totalmente le istanze e le problematiche evidenziate da chi ogni giorno ci lavora nelle scuole, attuando un programma non condiviso ma imposto al mondo della scuola che già versava in condizioni di difficoltà: gli ha dato, insomma, la spallata decisivo verso il suo collasso.
In particolare sono 4 i quesiti referendari che il MoVimento appoggia.

Il primo cancella la disposizione che consente i finanziamenti privati a singole scuole pubbliche e private: chiaro l'intento di correggere una stortura che non crea solo scuole di serie A o di serie B, ma crea una diversità fino alla serie Z, a seconda della posizione sul territorio e dell'utenza. Scuole per benestanti e scuole per poveracci, con buona pace del principio di uguaglianza costituzionalmente garantito.

Il secondo punta ad abrogare quei poteri altamente discrezionali affidati al dirigente scolastico che può così decidere, in pratica, della vita o della morte (professionalmente parlando) dei docenti. Attivando, ovviamente, una serie di dinamiche che di meritocratico non hanno nulla, mentre si incentivano clientele varie. Non va bene.

Il terzo, collegato a quello sopra, esplica ulteriormente il potere del dirigente scolastico fino a incidere nella vita di ogni giorno dei docenti. Si punta, tramite questo quesito, a impedire che il preside decida come distribuire i bonus economici ai docenti, in base alla propria discrezionalità e con pochissimi criteri oggettivi. Un'altra ingiustizia perpetrata con la "buona scuola" (che di buono non ha proprio nulla).

Il quarto riguarda l'obbligo di alternanza scuola-lavoro per almeno 400 (per istituti professionali) e 200 ore (per i licei). Si tratta di una norma appiccicata in un testo senza alcuna progettualità e senza alcuno obiettivo specifico. Abrogandola consentiremo, come abbiamo chiesto in aula, di costringere il legislatore a potenziare questo aspetto con investimenti e progettualità.

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