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La moglie muore di cancro, il capo di Google Maps fonda società per la ricerca sui tumori

Jeff Huber ha ora un sogno: guarire il cancro come un’influenza. E sulla sua società piovono i milioni della Silicon Valley.
A cura di Giorgio Scura
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Un test del sangue capace di segnalare l’insorgere di ogni tipo di cancro prima che si sviluppi la massa tumorale. Questo è il l'obiettivo di Jeff Huber, uno dei padri di Google Maps e ora a Google X, i laboratori segreti di ricerca di Mountain View. Ha fondato una società che si chiama Grail, finanziata da Bill Gates e Jeff Bezos oltre che dai fondi di venture capital della Silicon Valley e dalla stessa Google.

«Abbiamo fondato la società a febbraio – ha detto al Corriere della Sera – , abbiamo assunto il team dei ricercatori a maggio, e siamo già riusciti a raccogliere 100 milioni di dollari. Poi abbiamo presentato i progetti e chiesto le autorizzazioni alla Food & Drug Administration: stiamo impostando un programma di test clinici enorme, su una scala mai vista prima. Con l’obiettivo di creare un database sterminato, capace di registrare i diversi tipi di mutazione cellulare che portano all’insorgere del cancro».

A segnare la sua vita, una tragedia inaspettata:

 «Mia moglie, Laura, era una ragazzona di 46 anni piena di energia. Nessuna storia di cancro in famiglia. Comincia ad avere qualche disturbo. Andiamo dal medico. Lui dice che è la menopausa in arrivo. Non ci convince: dopo nuovi accertamenti ci dicono che ha il colon irritabile, forse il morbo di Crohn. Poi la colonscopia rivela l’esistenza di un tumore di due centimetri. Piccolo, un problema ancora risolvibile. Ma facciamo anche un Pet scan. Ci sono già metastasi ovunque: fegato, addome, torace. Tentiamo tutte le terapie possibili, ma ormai il suo è un tumore allo stadio 4 che procede rapidamente: un’agonia di pochi mesi».

La moglie è morta lo scorso 30 novembre. Dopo tre mesi Jeff Huber apre la società e subito è nominato amministratore delegato.

«Non nego che ci sia una motivazione personale: lo devo a Laura e ai due figli che mi ha lasciato. Ma questa è un’impresa al di là della mia persona, è un’iniziativa che stava maturando tempo. Il sogno? Due settimane di terapia immunitaria, un malessere comparabile a quello di un’influenza, e guarire dal cancro».

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