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La mezza bufala del politico grillino che fa ricorso per una multa con carta intestata M5S

Rimbalza sui social network la vicenda di Simone Scarabel, capogruppo al Consiglio Regionale Veneto del M5S, che “avrebbe” fatto ricorso contro una multa usando il logo del M5S.
A cura di Redazione
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Sta facendo il pieno di condivisioni sui social network la vicenda di Simone Scarabel, neo capogruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto. Stando a quanto riportano alcune fonti, infatti, Scarabel avrebbe messo in atto uno dei comportamenti più “odiati e avversati” dal M5s: l’utilizzo della propria posizione politica per ottenere un vantaggio personale. Il politico grillino avrebbe infatti fatto un ricorso contro una multa presa a causa di un autovelox “usando la carta intestata al gruppo consiliare regionale del Movimento 5 Stelle”. In più, Scarabel avrebbe chiesto anche tutta la documentazione relativa al funzionamento dell’autovelox, contestando la regolarità dei T-Red e chiedendo come vengano utilizzati i proventi delle multe.

Lui si è immediatamente difeso, pubblicando la copia del ricorso presentato contro la mula, peraltro un diritto di ogni cittadino. Come si può notare il ricorso non è stato fatto su carta intestata del M5s alla regione Veneto e non si fa riferimento a eventuali incarichi politici del ricorrente.

Per quanto concerne la richiesta di documentazione, invece, Scarabel non precisa la modalità con la quale si è rivolto al Sindaco del Comune di Codevigo. Ma la fa rientrare tra i “compiti” di un portavoce dei cittadini e spiega di averlo fatto non appena ha avuto “l’interesse diretto”, aggiungendo:

Quella contro gli autovelox o T-red irregolari è una battaglia del M5S che è stata portata avanti sia alla Camera che al Senato dai nostri parlamentari, ma finora li hanno fermati perché non sussisteva un interesse diretto.

Per questo, appena ho avuto l’interesse diretto (che tradotto dal linguaggio giuridico significa: appena sono stato io stesso coinvolto da una multa all'autovelox), ho fatto il mio dovere di portavoce dei cittadini eletto nelle istituzioni: ho proceduto a richiedere i documenti (come può fare qualsiasi cittadino se, appunto, ne ha motivo) per verificare la regolarità dell’apparecchio.

Voglio inoltre dimostrare come i soldi ricavati dalle contravvenzioni non vanno a finire in sicurezza stradale, ma finiscono nel calderone del bilancio ristorando le casse comunali messe in ginocchio dai tagli continui. Ma allora sono multe o tasse indirette?

Io ho fatto il mio lavoro di portavoce ed ho esercitato, a parte, un mio diritto di cittadino.

AGGIORNAMENTO: Dopo le polemiche di queste ore Scarabel ha comunicato di aver pagato la multa, dunque rinunciando al ricorso. Il Gazzettino ha poi mostrato la documentazione "mancante", ovvero la richiesta di documentazione inviata ai Sindaci dei due Comuni che Scarabel non aveva mostrato pubblicamente. Come si evince dalle foto (consultabili qui), in questo caso Scarabel ha usato la carta intestata del MoVimento 5 Stelle. Dunque, il ricorso al giudice di pace non era stato fatto su carta intestata M5s, la richiesta di accesso agli atti è invece "griffata M5s".

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