47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La medaglia d’onore della guardia costiera Usa all’ex carabiniere che salvò 14 naufraghi

Sergio Cipolla, luogotenente in pensione, nel maggio del 2014 ha salvato la vita ad un gruppo di persone durante un naufragio nel mar dei Caraibi. Per questo motivo gli è stato assegnato il prestigioso riconoscimento a cui può ambisce ogni sommozzatore soccorritore.
A cura di B. C.
47 CONDIVISIONI
Immagine

Ha salvato la vita a 14 persone naufragate a largo di Boca Chica, davanti alle coste di Santo Domingo. Per questo motivo, Sergio Cipolla, 55 anni, ex luogotenente dei carabinieri, ora in pensione, ha ricevuto il premio a quale ambisce ogni soccorritore al mondo: quello per il migliore e più importante salvataggio effettuato nell’area dei Caraibi, un riconoscimento che viene assegnato ogni anno dall’Afras (Association for Rescue at Sea), l’ente americano che sostiene i volontari della guardia costiera.
Cipolla è stato militari dell’Arma per trentacinque anni, prima del congedo era istruttore di tiro a Chieti. Poi si è dedicato al volontariato. Ex responsabile del "Nucleo sommozzatori di Protezione Civile-Insieme nel Blu" di Pescara, ora abita nella Repubblica Dominicana. La sua impresa è avvenuta il 1° maggio del 2014. “Tutto è cominciato con la chiamata di emergenza ricevuta dalla difesa civile di Boca Chica”, racconta lui stesso a Il Centro. “Il mayday riguardava un'imbarcazione con circa 20 passeggeri a bordo che si era rovesciata al largo della costa di Boca Chica. Avvertito dalla centrale operativa sono uscito in mare alla ricerca dell'imbarcazione insieme ad altri due soccorritori della mia unità. Dopo circa 30 minuti di ricerche, abbiamo salvato le prime due persone che si erano salvate attaccandosi a un bidone del carburante. Subito dopo ho notato in mezzo alle onde un'imbarcazione rovesciata con sopra delle persone che urlavano e chiedevano aiuto disperatamente. Mi sono affiancato al relitto e ho issato a bordo del nostro mezzo si soccorso altre 12 persone”.

Purtroppo quel naufragio costò comunque la vita a tre persone. “Non ho potuto far altro che recuperare i loro corpi senza vita” ricorda, amaro, Cipolla. Ora a Santo Domingo, è il comandante dell’unità di salvamento e soccorso in mare appartenente agli ‘Auxiliares Navales Dominicanos’ e collabora con la Marina per le attività di addestramento, ricerca e soccorso in mare. La sua esperienza maturata in Italia è stata fondamentale. “Qui erano indietro rispetto a noi – dice – e la mortalità per incidenti in mare era alta – spiega -, io ho iniziato facendo prima una serie di lezioni di primo soccorso agli assistenti bagnanti e poi, man mano, creando una unita di soccorso composta da uomini presi da ogni corpo dello Stato”.

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views