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La mamma di Francesco inviò un video di sos all’omeopata: “Posso ricoverare mio figlio?”

Il filmato è stato cancellato dalla memoria dello smartphone dell’omeopata, ma la procura ha nominato un consulente informatico affinché venga recuperato insieme agli altri messaggi scambiati da Mecozzi coi genitori del piccolo Francesco. Nel frattempo anche la più autorevole associazione italiana dei medici omeopati interviene: “Se il medico non riesce ad individuare la soluzione all’interno delle sue competenze omeopatiche, lo strumento terapeutico deve essere scelto tra tutto ciò che la medicina mette a disposizione, nel caso specifico l’antibiotico”.
A cura di Davide Falcioni
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Il 23 maggio scorso, poche ore prima di richiedere l'intervento del 118, la mamma di Francesco Bonifazi – il bambino malato di otite e fino a quel momento curato con rimedi omeopatici – aveva inviato al dottor Massimiliano Mecozzi un video chiedendo aiuto. E' quanto emerge dalle indagini sulla morte del bimbo: il filmato, che è stato cancellato dalla memoria dello smartphone dell'omeopata, mostrerebbe la donna, disperata, mentre chiede se non sia il caso di far ricoverare suo figlio, le cui condizioni erano peggiorate nelle ultime ore vista l'inefficacia dei medicinali omeopatici somministrati da Mecozzi.

Il pubblico ministero di Urbino Irene Lilliu intende fare piena luce su quel vide così come su tutti gli altri messaggi che la famiglia di Cagli ha inviato al dottor Mecozzi non solo a ridosso del peggioramento delle condizioni del bambino, ma anche nelle settimane precedenti. Per questo è stato nominato un consulente informatico, Luca Russo, che tenterà di ricomporre il "puzzle" di sms, eventuali messaggi vocali e filmati circolati tra l'omeopata e i genitori di Francesco.

L'associazione degli omeopati: "Il medico doveva somministrare antibiotico"

Nel frattempo sul caso di Francesco Bonifazi si è espressa anche la Fiamo – federazione italiana associazione e medici omeopati . che in una nota scrive: "La Fiamo è vicina ai familiari del bambino. In attesa di conoscere i dettagli di questa vicenda, intende precisare quanto segue: Il medico esperto in omeopatia è prima di tutto un medico, quindi utilizza nella cura del paziente lo strumento migliore per quella situazione patologica. Che l’otite catarrale acuta del bambino sia una patologia nella quale in prima battuta l’indicazione dell’antibiotico sia errata è una cosa condivisa nella letteratura medica da tantissimi anni. L’esperienza dei medici omeopati è che in questa prima fase della malattia il medicinale omeopatico ben indicato è in grado di risolvere l’infiammazione. Ma se ciò non avviene, e se il medico non riesce ad individuare la soluzione all’interno delle sue competenze omeopatiche, lo strumento terapeutico deve essere scelto tra tutto ciò che la medicina mette a disposizione, nel caso specifico l’antibiotico".

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