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La Madonna contro una dottoressa morta in Africa: sfida all’ultimo voto per il nome dell’ospedale di Biella

Il direttore dell’Asl vuole intitolare la struttura alla Madonna di Oropa, venerata dalla cittadinanza. Il sindaco, in nome del valore della laicità dello Stato, si oppone e lancia un referendum su internet.
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Il nuovo ospedale di Biella, in Piemonte.
Il nuovo ospedale di Biella, in Piemonte.

Una sfida appassionante ed all’ultimo voto tra la Madonna ed una volontaria laica morta in Africa dieci anni fa. Posta in palio: l’intitolazione del nuovo ospedale di Biella, capoluogo di provincia del Piemonte. La nuova struttura sanitaria sarà aperta ai pazienti nei prossimi mesi, ma è già scontro sul nome. I vertici della locale Asl avevano proposto di chiamare l’ospedale “Nostra Signora d’Oropa”, venerata nella zona. Il sindaco di Biella Marco Cavicchioli, però, si è opposto affermando che il nome di una struttura pubblica deve riflettere i valori di laicità dello Stato, scatenando ire e proteste di una parte della popolazione, che alla sua Madonna ci tiene assai. Il sindaco ha, allora, provato a mediare, proponendo agli studenti della città di scegliere il nome tramite un sondaggio su internet, aperto, alla fine, al voto di chiunque si trovi a passare sul sito www.biellascuole.it Quattro le opzioni proposte dal Comune. Due non piacciono praticamente a nessuno, perché oggettivamente brutte: “Ospedale degli infermi di Biella” e “Ospedale civile di Biella”. Per loro, finora, solo una manciata di voti.

Sono ormai attorno ai cinquemila voti ciascuno, invece, e danno vita ad una serrata lotta testa a testa, gli altri due nomi in lizza: “Ospedale biellese Nostra Signora d’Oropa” e “Ospedale biellese Maria Bonino”. Per ora la Santa Vergine è il lieve svantaggio, ma si sa, in competizioni di questo tipo fino alla fine tutto può cambiare. La Bonino, morta in Angola nel 2005 a 52 anni, era una pediatra che aveva dedicato tutta la sua vita ai bambini africani. La donna fu colpita dal virus Marburg, molto simile all’Ebola, per non aver voluto lasciare la sua attività a favore dei più poveri nonostante sapesse che la sua salute correva serissimi rischi. Nel 2006 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la insignì in maniera postuma della medaglia d’oro al merito per la sanità pubblica, la più alta onorificenza prevista dallo Stato per un medico. Quella della Bonino è una figura importante, purtroppo poco conosciuta anche dagli stessi biellesi. Tutti, in città, invece conoscono Nostra Signora d’Oropa ed il suo antichissimo santuario, che custodisce una statua della Madonna nera. Il simulacro, secondo la tradizione, sarebbe stato portato a Biella dalla Palestina da Sant’Eusebio nel Quarto secolo dopo Cristo, ma, in realtà, è un’opera del Tredicesimo secolo.

Il sindaco Cavicchioli, avvocato alla guida di una coalizione di centrosinistra, che sul suo sito si definisce “cattolico, fermamente convinto della laicità della politica” ha spiegato ad un sito locale che chiamare l’ospedale “Madonna d’Oropa è una forzatura” in quanto “il nome non può e non deve essere espressione di una parte in cui, peraltro, mi posso anche riconoscere.” Il primo cittadino biellese ha anche attaccato il direttore generale dell’Asl del territorio, Gianfranco Zulian il quale dovrebbe rendersi conto “che un nome confessionale non è adatto.” Ad oggi non è chiaro se a vincere la sfida ai voti sarà la Madonna o la pediatra amica dei bambini. Di sicuro, non vincerà il buonsenso.

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