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Opinioni

La lettera di Alfano e la sua idea di famiglia: roba da anni Cinquanta

Dalle “donne accudenti” al diritto a votare due volte per chi ha più figli minori, “all’inverno demografico” alle coppie gay, il Family Act è soprattutto la tragicomica visione della famiglia e della società che Ncd porta in piazza sabato prossimo a Roma. E prossimamente in Parlamento.
A cura di Sabina Ambrogi
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La “famiglia italiana” identitaria e patriottica come la immagina il Nuovo Centro Destra (Ncd) si chiama in inglese “Family Act” ed è sempre graficamente rappresentata con i pupazzetti delle toilettes. Si tratta sia di un evento previsto sabato prossimo a Roma, sia di una serie di misure da proporre in parlamento. Più che altro un modo per sollevare i governi dalla questione del welfare e dalle politiche per il lavoro e per individuare culturalmente i responsabili di sempre: le donne e ora anche i gay. Lo dice seraficamente lo stesso Gaetano Quagliarello, coordinatore nazionale del partito di Alfano: “la famiglia rappresenta il primo ammortizzatore sociale e la speranza della società di avere un futuro”. Tali idee in cui famiglie italiane ormai economicamente al collasso sono chiamate a risolvere ciò in cui fallisce la politica, saranno anche al centro della manifestazione #familyact insieme per la famiglia e la vita che si terrà sabato prossimo a Roma, in Piazza Farnese.

Ma ecco alcuni ragioni del perché Ncd convoca la piazza del 15 novembre e che raccontano una visione patriarcale della “famiglia” e della “vita” in un gran miscuglio di temi etici e politici, sociali e economici:

Il lavoro di cura è svolto in gran parte dalle donne e deve essere apprezzato e premiato. Anche per questo va difesa e confermata la pensione di reversibilità al coniuge e figli minori superstiti, evitando ogni ampliamento alle coppie omosessuali, perché non orientate alla procreazione.

Un paragrafo che cancella anni di lotte femministe: non miglioro le condizioni di lavoro delle donne, non mi occupo del loro lavoro e delle “dimissioni in bianco” che gli imprenditori pretendono dalle donne in caso di maternità, non favorisco con delle campagne ad hoc la condivisione di ruoli uomo-donna istituendo ad esempio “congedi paternità”, ma confermo, anzi parto dal principio che le donne accudiscono (figli e vecchi), il che mi solleva da occupare risorse pubbliche per asili, case di riposo e sanità pubblica. Anzi, visto che mi trovo, sfrutto anche un po' la situazione per dare addosso ai matrimoni gay. Per farlo, racconto una fandonia irrealizzabile cioè quella di voler devolvere pensioni di reversibilità ai figli in caso di morte del coniuge. Quindi donne contro gay: a voi la guerra.

Nella famiglia fin qui prevista se la donna accudisce figli e anziani dunque non lavora (o sennò peggio per lei: faccia la schiava). E' dunque una famiglia monoreddito. Tuttavia loro di Ncd incoraggiano a prolificare: più figli fai meno tasse paghi. Anche se l'avevamo già sentita in altre epoche storiche ed è stata un fallimento, ce la ripropongono senza esitare:

Vogliamo prevenire e superare la povertà delle famiglie, in particolare quelle giovani, attraverso l’individuazione del bisogno, assicurando forme sussidiarie di sostegno e detrazioni fiscali significative per le famiglie numerose.

Hanno pensato a tutto perché c'è anche un altro vantaggio: chi fa più figli vota di più. Anche questa non è minimamente realizzabile, ma visto che si trovavano l'hanno detta:

Riteniamo la famiglia il nucleo vitale della nostra società, e riteniamo debba avere più forza di rappresentanza: per questo siamo favorevoli al voto plurimo per i genitori con figli minori.

La seconda parte del progetto del Family Act day riguarda la “vita”, ed è quella più interessante sul piano filosofico. Le donne “proliferanti” che se ne stanno dunque lì ad accudire servirebbero anche a illuminare il grigiore del nostro scontento:

Se non superiamo l’inverno demografico che affligge il nostro paese, non ci sarà sviluppo né crescita, e nemmeno equilibrio sostenibile per le pensioni future e la sanità.

Care donne figliate, nell'ambito di famiglie tradizionali beninteso, perché i figli ci pagheranno le pensioni anche se non si capisce come facciano a lavorare né ce lo dicono. E comunque se non lavorano niente paura: c'è la famiglia “ammortizzatore sociale”, anche se non si sa cosa ammortizza visto che   non ha più soldi e eravamo rimasti che si voleva una famiglia con uno stipendio solo in casa. Ma la trama scombinata non finisce mai:

La natalità va incoraggiata attraverso la tutela della fertilità, la prevenzione dell’aborto, il sostegno ai costi della prima infanzia, la diffusione dei servizi di cura dei minori, i nidi familiari.

Quindi poniamo una donna rimanga incinta e per innumerevoli ragioni non possa portare avanti la gravidanza può tranquillamente ricorrere all'aborto clandestino, magari rischiando la vita. Cosa che già accade visto che queste mentalità hanno portato al 90% di obiettori di coscienza.

Va da sé poi qualsiasi stigmatizzazione di fecondazione in vitro. Fatto ovviamente “per la difesa dei diritti dei minori” dopo aver immaginato e previsto la crescita degli stessi in famiglie numerose e povere.

Presentato oggi da Angelino Alfano questo capolavoro di ridicola incoerenza punta alla condivisione di una rete di almeno 25 associazioni che si riconoscono negli stessi principi tra cui “Vita e'”, “Tempi”, “ProVita”, “Alleanza Cattolica”, “Associazione diritto evita”. Per convocarli, Alfano ha mandato una lettera. Eccone un passaggio cruciale (che se non capite è normale):

Il successo dell'iniziativa deve essere successo non tanto nostro quanto delle idee che proponiamo per risvegliare la nazione da quel declino che per essa vorrebbero i tanti tifosi del declino.

Noi vogliamo essere un volano di principi e progetti positivi che hanno nel riequilibrio demografico nella tutela della vita in ogni sua fase, nella promozione della famiglia naturale il loro primo fondamento.

Tradotto: la colpa è delle donne che non fanno più figli. E non parliamo dei gay che rivendicano diritti. Visto che tutto si risolve nell'ambito familiare, e in particolare sono le donne e gay che hanno le maggiori responsabilità, a che serve la politica? A manganellare gli operai licenziati con famiglie senza reddito?

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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