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La Lega Nord licenzia 71 dipendenti, Salvini: “Colpa dei tagli ai partiti”

I 71 licenziati chiedono l’applicazione del contratto di solidarietà, ma Salvini ribatte: “I soldi non ci sono, non li fabbrico in cantina”.
A cura di Antonio Palma
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Presidio davanti alla sede del partito in via Bellerio a Milano per i dipendenti della Lega Nord licenziati nei giorni scorsi dal gruppo politico senza nessuna possibilità di trattativa. Stiamo parlando di 71 ormai ex dipendenti del Carroccio licenziati a causa delle scarse risorse economiche a disposizione del partito che ha dovuto praticare un drastico taglio all'organico interno. I 71 dipendenti della Lega chiedono però l'applicazione dei contratti di solidarietà al posto del licenziamento collettivo e per questo stanno intentando una trattativa sindacale che però appare di difficile riuscita. I rappresentanti sindacali dei lavoratori hanno anche avuto un incontro con il segretario federale Matteo Salvini, che era a Milano per il Consiglio Federale, ma dal leader leghista non è arrivata nessuna rassicurazione.

"Non fabbrico soldi in cantina"

"Con l'azzeramento del finanziamento pubblico ai partiti servono sacrifici per tutti", ha spiegato infatti Salvini, ribadendo che con i pochi soldi a disposizione le urgenze sono altre. Secondo i lavoratori i soldi ci sono ma non li si vuole usare per salvare i lavoratori, ma Salvini ribatte: "Non ho trovato 30 milioni, magari… li ho incontrati tante volte, li incontrerò altre volte, i soldi non ci sono. Stiamo risparmiando all’osso, sulla luce, sul riscaldamento, sull’acqua, sulle manifestazioni a costo zero". "Non ci sembra uno sforzo così eccessivo per la Lega, i soldi arrivano e continueranno ad arrivare, inoltre il Partito è in ascesa di consensi" spiegano dal sindacato, ma il leader leghista insiste: "I soldi non ci sono, non li fabbrico in cantina".

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