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La Lega caccia l’ex sindaco Gentilini: “Me ne sbatto, non ho niente a che fare con questi qua”

La segreteria provinciale della Lega Nord ha espulso dal partito Giancarlo Gentilini, ex sindaco di Treviso da oltre vent’anni militante del Carroccio.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo oltre vent'anni di militanza, Giancarlo Gentilini è stato cacciato dalla Lega Nord. Il Carroccio ha deciso di allontanare l'ex sindaco di Treviso dal partito a causa di alcune recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano La Tribuna di Treviso sulle nomine "pilotate" in una società. A 87 anni, quindi, dopo una militanza in Lega iniziata nel lontano 194, Gentilini è stato "espulso" dal Carroccio. Nonostante la delusione, l'ex sindaco ha commentato la sua cacciata con queste parole: "Io me ne sbatto. Sono un leghista del 1994, non ho niente a che fare con questi qua". Insomma, sembra evidente che Giancarlo Gentilini non apprezzi il nuovo corso della Lega e probabilmente la disaffezione l'ha portato a rilasciare le tanto contestate dichiarazioni. "Questa non è più la Lega rivoluzionaria che nel 1994 ha sbaragliato tutti gli avversari. Questo è solo un partito che mira a collezionare cariche dorate. Me ne sbatto della loro espulsione. Gli auguro i successi che ho avuto io. In tutti questi anni di carriera mi avevano proposto la Regione e anche il Parlamento europeo ma ho sempre rifiutato perché il mio interesse principale sono i cittadini. Io amo i miei cittadini e li ho sempre difesi da tutto e da tutti", ha sottolineato l'ex sindaco di Treviso. In realtà al momento Gentilini è stato espulso dalla sola segreteria provinciale della Lega Nord, per l'espulsione vera e propria bisognerà attendere la decisione della segreteria federale, in quanto Gentilini ha oltre 10 anni di militanza attiva nel Carroccio.

Giancarlo Gentilini nel corso degli anni si è fatto conoscere in tutta Italia grazie al suo piglio autoritario ed è diventato mediaticamente popolare a causa delle varie battaglie condotte contro extracomunitari, clandestini, questuanti e omosessuali. Nato il 3 agosto 1929 a Vittorio Veneto, è stato sindaco di Treviso la prima volta dal 1994 al 1998, poi dal 1998 al 2003. Nel 1997, per esempio, da sindaco di Treviso, fece togliere le panchine davanti alla stazione per impedire agli stranieri di "bivaccare" sul territorio. Un sindaco dalla tolleranza zero, che spesso è stato duramente criticato per le sue posizioni politiche che oggi potrebbero definirsi decisamente politicamente scorrette.

"Voglio la rivoluzione contro chi vuole aprire le moschee e i centri islamici. Qui ci sono anche le gerarchie ecclesiastiche che dicono ‘lasciate anche loro pregare'. No! Vadano a pregare nei deserti. Aprirò una fabbrica di tappeti e regaleremo i tappeti ma che vadano nei deserti", fu una delle sue tante dichiarazioni contrarie alla costruzione delle moschee destinate ai fedeli musulmani. Famoso anche per le sue posizioni contro gli omosessuali, Gentilini a proposito di quelli che chiamava "culattoni" dichiarò: "Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante dei vigili affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. I culattoni devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per culattoni o simili".

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