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La jihadista italiana Fatima, ai genitori concessi i domiciliari

Ad Assunta Buonfiglio e Sergio Sergio concessi i domiciliari. Resta l’accusa di organizzazione di viaggio con finalità di terrorismo per aver cercato di raggiungere la figlia in Siria.
A cura di Antonio Palma
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Dopo alcuni mesi in prigione sono stati scarcerati Assunta Buonfiglio e Sergio Sergio, genitori di Maria Giulia Sergio, la 28enne italiana convertita all'Islam con il nome di Fatima Az Zahra e balzata agli onori della cronaca per essere andata via dall'Italia per unirsi ai jihadisti del'Isis in Siria. Al padre e alla madre della donna, arrestati dalla polizia nel luglio scorso, il giudice per le indagini preliminari di Milano ha concesso infatti gli arresti domiciliari. La misura era stata chiesta dallo stesso legale dei due, l’avvocato Erika Galati. Per entrambi l'accusa rimane quella di organizzazione di viaggio con finalità di terrorismo in base al decreto Alfano emanato in febbraio proprio per combattere il fenomeno dei foreign fighters, i combattenti stranieri dello Stato islamico. Per gli inquirenti infatti i due stavano organizzando un viaggio alla volta della Siria per unirsi al fianco dei jihadisti dello stato islamico su consiglio della stessa figlia. "Io ti parlo a nome dello Stato Islamico, lode ad Allah, e Abu Bakr Al Baghdadi chiama qui alla hijra" diceva infatti la 28ene italiana in una conversazione telefonica intercettata e registrata dagli agenti della Digos.

Nel corso del indagini gli inquirenti infatti hanno accertato che la ragazza, scappata in Siria nel settembre del 2014 per unirsi all’Isis insieme al marito Aldo Kobuzi, da tempo cercava di convincere madre, padre e sorella a raggiungerla anche attraverso svariate promesse. Fatima insisteva affinché i familiari abbandonassero tutto in Italia compresa la casa di Inzago e il lavoro del padre che era in cassa integrazione portando con loro la liquidazione. Attraverso skype quasi ogni giorno descriveva loro quanto fosse bella e comoda la vita nello Stato Islamico. Entrambi i genitori si erano già convertiti all’Islam seguendo proprio le orme delle due figlie ed infine si erano fatti convincere anche a partire.

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