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La Grecia non pagherà la rata al Fmi: “Non abbiamo soldi”

Il ministro dell’Interno conferma che la Grecia non restituirà la rata di 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale.
A cura di Redazione
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Qualche giorno fa l’incontro Merkel – Tsipras non aveva fatto altro che confermare l’esistenza di problemi strutturali e di non semplice soluzione sulla strada del “rientro” della Grecia dai prestiti ricevuti dalle istituzioni internazionali. Ora c’è la conferma del fatto che la Grecia non riuscirà a pagare le rate di giugno del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale. Spiega il ministro dell’Interno Voutsis: “Le quattro rate per il Fondo Monetario Internazionale a giugno ammontano a 1,6 miliardi di euro. Questo denaro non sarà versato, perché non c’è”.

Parole che si aggiungono a quelle del ministro delle Finanze Varoufakis: “Noi abbiamo fatto dei passi enormi in questi mesi per favorire un accordo, ora però spetta alle istituzioni internazionali fare la loro parte”. La questione è del resto molto complessa, con la Grecia ad un passo dalla bancarotta: come ricorda La Stampa, infatti, entro venerdì prossimo il governo è chiamato a pagare salari e pensioni, e la settimana dopo a restituire 300 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Restituzione che dunque non avverrà, con conseguenze tutte da valutare, malgrado resti aperta sempre la strada della trattativa, con le "ulteriori proposte" della Grecia che lo stesso Tsipras dovrebbe sottoporre dapprima alle istituzioni europee, poi eventualmente al Fondo Monetario Internazionale.

Che la situazione sia particolarmente delicata lo si era capito anche dalle parole di Mario Draghi dal Portogallo. Il Governatore della Banca Centrale Europea aveva sottolineato come “le grandi e crescenti divergenze strutturali” fra i diversi Paesi dell’area Euro rappresentassero problemi “esplosivi” in gradi di “minacciare l’esistenza stessa della moneta unica”. Il problema riguarda soprattutto “le cattive politiche di bilancio e la mancanza di riforme strutturali”, aveva poi aggiunto, con un chiaro riferimento al caso greco.

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