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La Finanza sequestra 2,3 milioni di euro a capo ultras della Lazio

Beni sequestrati a Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, che già era stato arrestato per fatti di droga.
A cura di Antonio Palma
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Con un'operazione scattata questa mattina all'alba, gli uomini del Gico e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma hanno sottoposto a sequestro beni e partecipazioni societarie al noto capo ultras della Lazio Fabrizio Piscitelli, per un valore complessivo stimano in oltre 2 milioni e 300mila euro. I provvedimenti di sequestro, ordinati dalla Procura capitolina ed eseguiti dalle Fiamme Gialle, hanno riguardato immobili, autovetture, partecipazioni societarie e rapporti finanziari ritenuti nella disponibilità del Piscitelli noto nel mondo ultras con l'appellativo di Diabolik. L'operazione dei militari della Guardia Di Finanza rientra nell'inchiesta economico-finanziaria avviata nell'aprile scorso su delega della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma che ha portato alluce un complesso sistema di interessi commerciali di Piscitelli. Come spiega una nota della Procura di Roma, le indagini in particolare "hanno permesso di confermare e rafforzare le evidenze investigative rispetto al notevole tenore di vita di ‘Diabolik' Piscitelli e del suo nucleo familiare, a fronte dei modesti redditi dichiarati".

Piscitelli già arrestato per reati di droga

Gli interessi di Piscitelli erano legati soprattutto alla commercializzazione dei gadget della sua squadra del cuore, tra cui la riproduzione, in svariare forme, dell'immagine di ‘Mister Enrich', un fumetto inglese divenuto nel tempo il simboli del gruppo degli "Irriducibili" della Lazio. Oltre a immobili auto e conti correnti, il sequestro ha riguardato il patrimonio aziendale e beni di una società con sede a Roma, il fondo comune e l'intero patrimonio di un'associazione culturale gestita insieme ad altre figure di spicco della frangia estrema della tifoseria laziale, e le quote societarie di una azienda di stampa. Gli investigatori ricordano che Piscitelli era finito già in carcere nel settembre scorso con l'accusa di essere promotore, finanziatore ed organizzatore dell'acquisto di ingenti quantitativi di hashish, provenienti dalla Spagna e successivamente introdotti nel territorio nazionale tramite corrieri della droga.

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