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La Famiglia Berlusconi cerca di salvare Forza Italia a colpi d’assegno da 100mila euro

Barbara, Eleonora, Luigi, Marina e Pier Silvio. Tutti e cinque i figli di Silvio Berlusconi hanno versato nelle casse di Forza Italia assegni da 100.000 euro ciascuno. E poi, ancora, a sostegno del partito sono intervenuti anche il fratello Paolo, Confalonieri e Bruno Ermolli, con altri 3 corposi assegni. La procedura dello spezzettamento si è resa necessaria in seguito alla riforma della legge sul finanziamento ai partiti politici, emanata nel 2014 dall’esecutivo Letta.
A cura di Charlotte Matteini
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Stando alle dichiarazioni congiunte depositate alla Camera dei deputati, relative ai finanziamenti elargiti dai privati cittadini ai partiti, sembra che l'intera famiglia Berlusconi sia scesa in campo per ripianare gli esangui conti del partito del capofamiglia Silvio, Forza Italia: dai documenti, infatti, si evince che ciascuno dei cinque figli dell'ex Cavaliere, Barbara, Eleonora, Luigi, Marina e Pier Silvio, ha versato un assegno da 100.000 euro nelle casse del partito.

Non solo: in soccorso di Forza Italia sono arrivati anche i finanziamenti del fratello Paolo Berlusconi, del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, di Bruno Ermolli, per molti anni braccio destro dell'ex cavaliere e presidente del Consiglio, e un altro dalla sede Fininvest di Roma. In totale, 900.000mila euro hanno rimpinguato le casse di Forza Italia nel 2015, cercando di salvare i conti dal dissesto.

Un pesante dissesto. Nel dicembre dello scorso anno, infatti, la tesoriera di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi, aveva inoltrato ai dipendenti del partito una lettera in cui si annunciava l'avvio della procedura di licenziamento collettivo, alla scadenza della Cassa integrazione, il 28 febbraio successivo. Negli anni passati, già 43 persone erano state messe in cassa integrazione e mai più riprese e nel 2014 ad altri dipendenti era toccata la stessa sorte: 44 in cig al 50% e 37 a zero ore. "E' grande l’afflizione di dover licenziare i nostri leali e qualificati collaboratori. Abbiamo provato di tutto in questi dodici mesi per evitarlo. Inutilmente, perché l’apertura della procedura di licenziamento si è posta come atto dovuto, scrisse la Rossi.

La famiglia Berlusconi, per continuare a finanziare Forza Italia, quindi, ha dovuto procedere allo "spezzettamento" delle donazioni in tranche da 100.000 perché secondo la legge relativa al finanziamento dei partiti politici, approvata durante l'esecutivo Letta e in vigore dal febbraio 2014, le erogazioni "liberali" che le persone fisiche possono destinare a ogni singolo partito non possono superare i 100.000 euro annui. Al comma 7 dell'articolo 10, infatti, si legge:

"Ciascuna persona fisica non può effettuare erogazioni liberali in denaro o comunque corrispondere contributi in beni o servizi, sotto qualsiasi forma e in qualsiasi modo erogati, anche per interposta persona o per il tramite di società controllate, fatta eccezione per i lasciti mortis causa, in favore di un singolo partito politico per un valore complessivamente superiore a 100.000 euro annui".

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