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La disobbedienza civile di Max: a Bologna parte il primo corso per assistenti sessuali per disabili

Maximiliano Ulivieri, fondatore del comitato Love Giver, ha annunciato la partenza del primo corso per assistenti sessuali per disabili, un’azione di disobbedienza civile attuata per spronare la politica e le istituzioni a interessarsi di un tema che finora è sempre stato sottovalutato e ignorato. Il corso è composto da 4 giornate e si svolgerà a Bologna. Al termine, i 17 partecipanti svolgeranno un tirocinio presso famiglie e associazioni, mettendo in pratica la professione.
A cura di Charlotte Matteini
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Nella foto Maximiliano Ulivieri, fondatore del comitato Love Giver e autore, insieme al senatore Sergio Lo Giudice, della proposta di legge per il riconoscimento istituzionale della figura di assistente sessuale per disabili.
Nella foto Maximiliano Ulivieri, fondatore del comitato Love Giver e autore, insieme al senatore Sergio Lo Giudice, della proposta di legge per il riconoscimento istituzionale della figura di assistente sessuale per disabili.

Prosegue la battaglia contro la mancanza di una legge che regolamenti l'assistenza alla sessualità per i disabili. Max Ulivieri, fondatore del comitato LoveGiver e da anni impegnato in una campagna di sensibilizzazione sul tema, ha dichiarato che il corso per assistenti sessuali per disabili questa volta è partito davvero, a Bologna. Dal 2013 Ulivieri, che ha lavorato anche alla proposta di legge per la regolamentazione di queste figure insieme al senatore dem Sergio Lo Giudice, più volte ha annunciato l'intenzione di disobbedire all'attuale legislazione italiana per dimostrare alle istituzioni che è necessario occuparsi del tema e a quanto pare ora è più intenzionato che mai a realizzare questa iniziativa di disobbedienza civile. Tecnicamente lei cosiddetti assistenti sessuali per disabili si definiscono O.E.A.S., acronimo di "operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità".

Il corso bolognese è costituito da quattro giornate – 31 agosto, 1 settembre, 30 settembre e 1 ottobre – i partecipanti saranno 17 persone, scelte tra le 39 selezionate a Roma tre anni fa e sono per lo più educatori e operatori socio-sanitari, di età compresa tra i 25 e i 45 anni, ma c’è anche un laureato in filosofia. Tra i docenti figurano, oltre allo stesso Max, il presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica Fabrizio Quattrini, l’avvocato Lorenzo Simonetti, il dottor Rocco Salvatore Calabrò, il formatore Maurizio Nada e Judith Aregger, assistente sessuale in Svizzera.  "Finora abbiamo aspettato la politica, perché avremmo preferito muoverci nel quadro di una legge nazionale o regionale. Ma nessuno ci ascolta, così abbiamo deciso di auto-autorizzarci", ha spiegato Ulivieri motivando la sua azione.

Per Maximiliano Ulivieri il corso bolognese è sì "un atto di disobbedienza civile", ma in realtà lo diventerà soprattutto quando i 17 allievi passeranno dalla teoria alla pratica, cominciando il loro tirocinio in associazioni o famiglie. "Potrebbero accusarci di favoreggiamento della prostituzione, c’è questo rischio, ma prima bisogna che qualcuno mi denunci", spiega. Lo scopo del corso "è permettere ai disabili di riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e disagi quotidiani, attraverso il contatto, l’accarezzamento, il massaggio, l’abbraccio, l’accompagnamento alla masturbazione o anche semplicemente con la presenza, l’affetto e l’umanità", prosegue Ulivieri.

Una proposta di legge per la regolamentazione della figura dell'assistente sessuale per disabili è depositata da tempo in Parlamento, ma non è mai stata calendarizzata. A spiegare il disinteressamento della politica rispetto a questo tema è il senatore Sergio Lo Giudice, primo firmatario della proposta: "Purtroppo non è stata considerata una priorità, non è mai arrivato neanche in commissione. In Italia c’è una grande difficoltà a discutere di sessualità. La nostra legge? Impegna il ministero della Salute a emettere linee guida che consentirebbero alle Regioni di attivare corsi di formazione ad hoc. Metterebbe al riparo da equivoci tra l’assistente sessuale e la prostituzione: la libera sessualità dei disabili non è soltanto un loro bisogno, è anche un diritto garantito da una sentenza della Corte costituzionale. Ulivieri mi ha detto che sarebbe partito, non fa niente di male se organizza un corso".

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