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La diga di Oroville è sempre in allarme, il pericolo fu annunciato già 12 anni fa

I residenti dell’area della diga danneggiato in California rientrano nelle proprie abitazioni, ma resta l’allerta: la falla è ancora aperta. Ed ora è il tempo della polemiche: le autorità sapevano della minaccia dal 2005, ma non fa fatto nulla per la messa in sicurezza.
A cura di Biagio Chiariello
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 I quasi 200mila residenti dell'area della diga di Oroville sono tornati nelle loro abitazioni dopo essere stati sfollati domenica, in seguito al danneggiamento della diga più alta degli Stati Uniti. Sono stati comunque avvisati di tenersi pronti ad abbandonare nuovamente la zona se la situazione dovesse peggiorare. Anche per questo motivo l'imperativo, per i vigili del fuoco e i tecnici al lavoro sulla struttura in California, è chiudere la crepa aperta in uno dei canali di scolo di emergenza e farlo in fretta, prima che arrivino nuovi temporali. Negli ultimi giorni le autorità hanno ingaggiato una lotto corsa contro il tempo per svuotare il lago di Oroville prima dell'arrivo del maltempo, rilasciando tremila metri cubi d'acqua al secondo negli ultimi giorni. In queste ore sono attese nuove precipitazioni sull'ovest degli Stati uniti, ma anche neve, che non dovrebbe impattare nell'immediato sul livello del lago. Secondo la polizia il livello del lago è diminuito dopo essere salito fino quasi al livello di guardia a seguito delle piogge torrenziali, che hanno posto fine ad anni di siccità. La diga sembra resistere, ma una parte del canale principale è crollata e quello di emergenza, attivato per la prima volta in 50 anni, non sembra più essere in grado di tenere.

Il pericolo fu annunciato già 12 anni fa

Secondo Brad Alexander, portavoce del protezione civile californiana, al momento la situazione a Oroville "è stabile". Ma non mancano le polemiche per un'emergenza annunciata: che la diga potesse rappresentare una minaccia fu già fatto presente nel 2005, quando sia le autorità federali sia quelle dello Stato della California furono allertate. Tuttavia le raccomandazioni sarebbe state ignorate. In particolare, secondo quanto si evince dai media USA, gli esperti all’epoca sottolinearono che il canale di scolo di emergenza non era un vero e proprio "sfioratore" (in gergo tecnico), piuttosto una diga più piccola di ritenuta delle acque. Ciò significa che in caso di allagamenti, quindi, non sarebbe stato in grado di contenere l'acqua. Il problema è che la messa in sicurezza avrebbe richiesta una spesa molto ingente (diversi milioni di dollari): nessuno volle farsene carico.

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