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La difesa di Schettino perde pezzi: il comandante “scaricato” dal suo legale

A quasi un anno dal naufragio della Costa Concordia arriva notizia che Bruno Leporatti, l’avvocato che sin dall’inizio ha difeso Francesco Schettino, ha rimesso il suo mandato. Nessuna spiegazione né commento per motivare il suo gesto.
A cura di Susanna Picone
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A quasi un anno dal naufragio della Costa Concordia arriva notizia che Bruno Leporatti, l’avvocato che sin dall’inizio ha difeso Francesco Schettino, ha rimesso il suo mandato. Nessuna spiegazione né commento per motivare il suo gesto.

Tra poco più di un mese celebreremo il primo anniversario del naufragio della Costa Concordia, la nave da crociera che dallo scorso 13 gennaio giace al largo dell’Isola del Giglio. Naufragio nel quale morirono 32 persone e per il quale c’è un processo che vede Francesco Schettino, il comandante poi licenziato della nave di Costa Crociere, accusato di omicidio colposo plurimo nonché di abbandono della nave. Bruno Leporatti è stato l’avvocato che ha seguito Francesco Schettino sin dal primo momento, quello che ha provato a difenderlo dalle prime ore successive al tragico impatto. L’ultimo dei suoi impegni dinanzi alle telecamere per stare accanto al comandante di Meta di Sorrento risale allo scorso ottobre, per l’incidente probatorio a Grosseto.

“Abbiate pazienza e rispettate il mio diritto al riserbo” – Ma da qualche settimana Bruno Leporatti non difende più Francesco Schettino: il penalista ha rimesso il suo mandato per ragioni che però non ha voluto commentare. La notizia è rimbalzata inizialmente su alcuni quotidiani, poi è stata confermata dallo studio dell’avvocato grossetano. L’unica cosa affermata direttamente da Leporatti, secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, è stata quella di rispettare la sua decisione: “Non ho alcun commento da fare, abbiate pazienza e rispettate il mio diritto al riserbo”, le parole del legale raggiunto telefonicamente. Dunque Schettino, dopo l’abbandono di Leporatti che da molti è stato definito un vero e proprio colpo di scena data l’importanza del processo, rimane assistito da Domenico e Francesco Pepe e dal civilista Rosario D'Orazio.

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