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La cucina montata male fa esplodere la casa: due morti. Ikea finisce in tribunale

I due fratelli Aldo e Marcella Flego erano rimasti vittima di una esplosione nella loro palazzina di Trieste. Ora i familiari si sono rivolti al Tribunale civile: ritengono che la multinazionale svedese non abbia vigilato sui tecnici a cui sarebbero stati affidati i lavori. Ikea infatti offre il servizio di montaggio, ma lo fa – è stato questo il caso – attraverso un giro di appalti e subappalti.
A cura di Biagio Chiariello
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Il 20 febbraio 2015 Marcella e Aldo Flego, due fratelli che abitavano in una palazzina di via Baiamonti, a Trieste, rimasero uccisi a seguito di un’esplosione causata, sembra, da una fuga di gas durante i lavori di montaggio dei mobili della cucina acquistati da Ikea. La notizia è che adesso i familiari delle due hanno presentato in Tribunale civile la comparsa di costituzione di terzi, in primis di Ikea Italia Retail srl, “affinché venga condannata all'integrale risarcimento del danno”. Quella cucina, infatti, la padrona di casa, la signora Flego, 86 anni, l'aveva comprata nel mega store Ikea di Villesse (Gorizia).

La storia comunque è complessa e merita una ricostruzione dettagliata. La signora Marcella Flego aveva concluso un contratto di compravendita di mobili ed elettrodomestici per la cucina del suo appartamento, stipulando anche un contratto di appalto di servizi per il montaggio degli stessi. Successivamente l’anziana avrebbe notato dei problemi tecnici nel top della cucina, quindi ne aveva richiesto la sostituzione stipulando con Ikea un ulteriore contratto di appalto di servizi in garanzia. Il montaggio del nuovo piano di lavoro era stato fissato dunque per il 20 febbraio 2015: il giorno della tragedia. La multinazionale del mobile low cost avrebbe coinvolto per questo servizio di montaggio per quattro ditte esterne, tra appalti e subappalti. Dunque l’ordine per un “montaggio articolo con slaccio e allaccio” sarebbe partito da Ikea Italia che avrebbe coinvolto la Blg Logistics Solutions Italia srl di Milano. Quest’ultima, in forza di un contratto di “subappalto per trasporto, smontaggio e montaggio”, a sua volta avrebbe girato l’incarico alla società cooperativa “La Sfinge”, con sede legale a Roma. Non è finita: gli impianti avrebbe dovuti montarli la Installo di Rovigo, che però ha affidato i lavori (disconnessioni degli impianti elettrico, idrico e del gas dal piano cottura e dal lavello che dovevano essere sostituiti) a un’altra impresa, la triestina Astec.

In particolare, i familiari delle vittime si chiedono il motivo per cui Ikea non abbia provveduto ad accertarsi delle credenziali delle imprese di cui si è servita per i vari lavori effettuati nell’appartamento dei signori Flego. Del resto, per i danni il Pm ha chiesto condanna per tutta una serie di tecnici: due anni e 4 mesi per Davide Mozina (idraulico dipendente della Astec), un anno e quattro mesi per il capo tecnico della stessa azienda, Dario Visentin e un anno e quattro mesi anche per il presidente della Astec, Giovanni Zoccarato e Enrico Rubiero, rappresentante della Installo.Per loro valgono le accuse gravi di omicidio e disastro colposo. A loro si aggiunge, è questa la novità, il rappresentante legale di Ikea Italia Retail Srl.

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