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La Cina sbarca sulla Luna, l’ultima a farlo fu la Russia nel 1976

La sonda Chang’3 è sbarcata sul suolo lunare alle 14 di questo pomeriggio. E’ un’operazione che dimostra tutta la potenza e lo sviluppo tecnologico cinese.
A cura di Andrea Parrella
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Se c'erra qualche dubbio che lo fosse, la Cina oggi ha confermato a pieno il suo ingresso fra i grandi della Terra, effettuando dopo Stati Uniti e Russia, lo sbarco di una propria sonda sul suolo lunare. Chang’e-3, questo il nome della sonda, è atterrato sul suolo selenico questo pomeriggio, alle 14.11 (ora italiana) appoggiandosi in un cratere dell’emisfero settentrionale, effettuando quello che tecnicamente viene definiti "allunaggio morbido". Non accadeva dal 1976, quando furono proprio i russi con la sonda Luna24 a toccare la superficie basaltica del nostro satellite naturale. E si può dire con certezza che la Cina abbia dimostrato un avanzamento tecnologico di livello altissimo, essendo stata di fatto in grado di effettuare l'operazione nella più totale autonomia, servendosi di un marchingegno per la rilevazione delle immagini del suolo in 3D, di modo che i comandi risultassero molto più facilitati ai fini di evitare barriere possibili.

Questa è solo la prima di tre fasi operative programmate dalla Cina, un progetto che dovrebbe chiudersi, secondo le stime, nel 2025, con lo sbarco dei taikonauti. La sonda ha infatti al suo interno un robot del peso di 140 kilogrammi che dovrebbe viaggiare per centinaia di metri così da poter permettere l'analisi del suolo e trasmettere tutti i dati ad esso relativi, un'esplorazione della durata prevista di almeno quattro mesi. Poi, nel 2017 è previsto un altro lancio, con lo scopo di approfondire ancor di più l'analisi cominciata quest'oggi.

L'atterraggio – L'operazione di atterraggio, ripresa e trasmessa in diretta dalla televisione di Stato per dodici minuti, della sonda è cominciata otto ore prima che questa potese effettivamente poggiare le sue "gambe" flessibili sul suolo selenico, cominciando una discesa da un'altezza di 15 kilometri. Giunti a cento metri dal suolo sono stati attivati i retrorazzi per rallentare la velocità, spenti solo a quattro metri d'altezza, quando la sonda è stata lasciata andare, impattando il suolo, durante il quale è stata in grado di ritrarre più di 50 immagini.

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