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La Chiesa celebra i novant’anni della morte di san Giuseppe Moscati, il “medico santo”

Canonizzato nel 1987 da Giovanni Paolo II, milioni di fedeli in tutto il mondo chiedono la sua intercessione per guarire di ogni tipo di malattia.
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Il 12 aprile si celebrano i novant’anni della morte di san Giuseppe Moscati, il “medico santo” che curava gratuitamente i poveri di Napoli, elevato agli onori degli altari da papa Giovanni Paolo II al termine di un processo canoniche pieno di prove che attestavano la sua santità, la cui fama era nota mentre Moscati era ancora in vita. In numerose chiese italiane (e non solo) è presente il suo ritratto: l’intercessione del medico viene invocata per la guarigione di ogni tipo di malattia.

Giuseppe Moscati, irpino d’origine e beneventano di nascita, sentì molto presto la vocazione all’attività medica. Laureatosi a Napoli con il massimo dei voti, ebbe una brillante carriera universitaria, per poi diventare assistente e quindi professore. Durante l’eruzione del Vesuvio 1906, a sprezzo della sua vita, mise personalmente in salvo decine di ammalati che erano ricoverati in ospedale a Torre del Greco; durante l’epidemia di colera che colpì Napoli nel 1911 fu instancabile nel girare le case più povere e cercare di curare quanti più ammalati possibile. Si rivolsero a lui per essere curati anche il grande tenore Enrico Caruso e Bartolo Longo, l’apostolo della Madonna di Pompei.

Nell’anticamera del suo studio, sempre stracolmo di poveri che chiedevano di essere curati, era presente una cassettina con dentro del denaro e su cui campeggiava un foglio con la scritta: “Chi ha, dia. Chi non ha, prenda” I suoi resti mortali sono oggi conservati in una cappella laterale della chiesa del Gesù Nuovo, dove è stato ricostruito il suo studio medico e dove sono presenti migliaia di ex voto lasciati da persone che sostengono di aver ottenuto grazie da Giuseppe Moscati.

Il giorno della canonizzazione così si espresse su di lui Giovanni Paolo II: “L'uomo che da oggi invocheremo come Santo della Chiesa universale, si presenta a noi come un'attuazione concreta dell'ideale del cristiano laico. Giuseppe Moscati, medico Primario ospedaliero, insigne ricercatore, docente universitario di fisiologia umana e di chimica fisiologica, visse i suoi molteplici compiti con tutto l'impegno e la serietà che l'esercizio di queste delicate professioni laicali richiede. Da questo punto di vista il Moscati costituisce un esempio non soltanto da ammirare, ma da imitare soprattutto da parte degli operatori sanitari… Egli si pone come esempio anche per chi non condivide la sua fede". La Rai gli ha dedicato una fiction che ha incollato allo schermo milioni di telespettatori dal titolo “L’amore che guarisce”, in cui il santo era interpretato da un Beppe Fiorello particolarmente ispirato.

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