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La cannabis non verrà legalizzata: alla Camera passa solo l’uso terapeutico

Le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno stralciato il testo unificato che prevedeva una sostanziale legalizzazione della cannabis, portando avanti solamente l’iter che riguarda il suo uso terapeutico.
A cura di Stefano Rizzuti
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La legalizzazione della cannabis in Italia a scopo non terapeutico viene, ancora una volta, rimandata. Così hanno deciso le commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera durante la seduta che si è tenuta ieri. Il comitato ristretto ha valutato due diverse proposte di testo unificato: la prima portata avanti da Daniele Farina (Si), la seconda avanzata da Margherita Miotto (Pd). Testi che presentano una grossa differenza di base, come riferito anche dalla presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti. “Il comitato ristretto – ha annunciato – ha scelto la proposta Miotto che si riferisce esclusivamente alla disciplina dell’utilizzazione della cannabis per uso terapeutico e che ora costituisce la proposta di testo unificato del comitato ristretto”. La scelta è stata poi confermata dalla votazione delle due commissioni riunite. Con questa decisione si è di fatto accantonata la proposta, caldeggiata da Farina, che prevedeva un innalzamento delle quantità per la detenzione personale, la possibilità di coltivare privatamente entro alcuni limiti e, in generale, una regolamentazione più morbida in materia.

A votare per la proposta riguardante solo la cannabis terapeutica è stato anche il gruppo del Pd, come annunciato durante il dibattito in commissione da Walter Verini: “Anche in ragione dell’approssimarsi della scadenza della legislatura il gruppo del Pd esprime voto favorevole sulla proposta di testo unificato del comitato ristretto che rappresenta un significativo passo avanti”. A votare a favore della decisione del comitato ristretto anche Lega, Forza Italia e Ap. La discussione del Parlamento sulla legalizzazione della cannabis è in attesa di essere concretizzata da un anno: il 25 luglio del 2016, infatti, la proposta dell'intergruppo di 200 parlamentari capitanato da Benedetto Della Vedova era approdata alla Camera.

Il Movimento 5 Stelle, tramite Vittorio Ferraresi, ha espresso la “netta contrarietà” del gruppo sulla proposta di testo unificato che “restringe eccessivamente l’ambito della discussione, limitandosi a regolamentare, diversamente dal testo proposto dall’onorevole Farina, l’utilizzo della cannabis e dei suoi derivati a soli fini terapeutici”. Il M5s ha quindi annunciato che presenterà emendamenti diretti “ad ampliare le misure contenute nella proposta, in modo da estendere la legalizzazione della vendita e dell’utilizzo e della produzione della cannabis anche a finalità diverse quelle terapeutiche”. Gli emendamenti al testo potranno essere presentati fino alle ore 16 di lunedì 11 settembre, portando così la discussione a dopo la pausa estiva. Contrariamente alla decisione si è espresso anche il proponente dell’altro testo unificato, Daniele Farina, il quale ha sottolineato che la sua proposta “non configge con quella della relatrice della XII commissione” Miotto.

I testi proposti in commissione

Il testo unificato su cui andranno avanti i lavori si pone l’obiettivo di “regolamentare l’uso dei medicinali a base di cannabis”. Con il termine “uso medico” si intende “l’assunzione di medicinali a base di cannabis che il medico curante prescrive dopo valutazione del paziente e diagnosi per una eventuale opportuna terapia”.

Tra le proposte avanzate da Farina, invece, una in particolare riguardava la coltivazione per uso personale che secondo il testo non preso in considerazione dalle due commissioni non doveva essere punibile, così come “la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato, salvo che il destinatario sia un minore”.

Farina ha commentato successivamente la decisione delle commissioni facendo riferimento al testo adottato e definendolo “limitato e molto tenue”, “lontano dalla discussione pubblica di questi anni e dalle esperienze concrete ormai diffuse nel mondo”. Secondo Farina, “il Pd ha scelta la via di una soluzione della propria discussione interna che però avrà pochissimi effetti persino sui cittadini cui nello specifico si rivolge e al loro diritto alla salute, oggi largamente disatteso”. Si tratta quindi di “un testo distante anni luce dalla sensibilità maturata nel paese che poteva essere già conseguito da tempo per atti ministeriali”. “Lavoreremo perché cambi – conclude il deputato di Si – cercando di superare un impianto totalmente arretrato per la società e le evidenze scientifiche”.

Un duro attacco è arrivato anche da un altro dei principali proponenti della legge, Benedetto Della Vedova: “Il testo votato oggi in Commissione – scrive su Facebook – non è un testo che riguarda la legalizzazione. Si limita a proporre qualche tardivo, seppur utile, aggiustamento alla disciplina dell'uso terapeutico della cannabis”. Secondo Della Vedova, “si lasciano così milioni di italiani, giovani ma non solo, convinti della necessità di passare dal regime criminale a quello legale, di sentirsi rappresentati solo da M5S e sinistra anti-Pd”. Il senatore iscritto al gruppo misto chiede quindi che a settembre, “quando si arriverà in aula”, si sfrutti una “ultima occasione per dare un segnale diverso nel voto sugli emendamenti che riproporranno i contenuti del testo elaborato dall'intergruppo”.

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