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La bimba di 8 mesi che pesa già 17 chili. La mamma: “Se non le do da mangiare, piange”

Chahat Kumar è una bimba indiana che non fa altro che mangiare. Ciò sta condizionando gravemente la sua situazione di salute. I genitori non sanno più che fare: “E’ una punizione divina”.
A cura di Biagio Chiariello
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Pesa già 17 chili e accumula pesa giorno dopo giorno. Chahat Kumar è una bambina indiana di 8 mesi che non riesce proprio a fare a meno del cibo. Come riporta il Daily Mail i genitori sono convinti che si tratti di una “punizione divina”. Chahat ha iniziato a ingrassare, come ha dichiarato il padre Suraj, quando aveva 4 mesi e poi, "lentamente, abbiamo visto che il suo peso stava aumentando di giorno in giorno. Non è colpa nostra. Dio ci ha dato questa condizione. Mi sento male quando le persone vedono Chahat e ridono". Adesso la piccola ha difficoltà a respirare e addirittura anche dormire a causa del suo peso eccessivo. La mamma Reena ha già perso un figlio in gravidanza ed è preoccupata riguardo la situazione di salute della figlioletta: "Non mangia come un bambino normale. Lei continua a mangiare per tutto il tempo. Se non le do da mangiare si mette a piangere. Grida perché vorrebbe uscire ma non siamo in grado di prenderla in braccio e riusciamo a portarla solo vicino casa".

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Chahat soffre anche di una malattia della pelle che rende complicato anche prenderle dei campioni di sangue per analizzare la sua condizione clinica. Ma la famiglia lamenta la mancanza di fondi necessari per garantire alla figlia un trattamento medico avanzato. Anche il medico di famiglia Vasudev Sharma ha espresso la sua preoccupazione: "Questo è il primo caso che ho visto nella mia vita professionale in cui il peso di un bambino è così dopo solo quattro mesi dalla nascita". Per il medico la situazione va affrontata quanto prima: "Il suo peso sta aumentando eccessivamente e deve essere controllato. Deve mangiare meno. Mangia come un ragazzino di dieci anni”. Mamma Reena sogna per la figlia solo la normalità: "Vogliamo che Chahat sia in grado di giocare come i bambini normali. Non vogliamo che abbia difficoltà in futuro”.

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