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La Bce bacchetta l’Italia: “Ultimi nell’Eurozona per crescita del Pil pro capite”

I dati dell’ultimo bollettino della Bce: migliora la ripresa in Eurozona, ma l’Italia cresce meno della media.
A cura di Antonio Palma
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La ripresa dei Paesi dell'Eurozona sta proseguendo con segnali confortanti, ma l'Italia cresce meno della media di tutta l'aera Euro. È l'analisi che la Banca Centrale Europea fa nel suo consueto bollettino economico per l'Eurozona. Per Francoforte il contesto macroeconomico potrebbe migliorare ancora e per la seconda parte dell'anno è "atteso un ulteriore ampliamento della ripresa economica" sorretta dalla misure straordinarie messe in campo dalla stessa Bce. In generale "i risultati delle ultime indagini congiunturali, fino a giugno, restano coerenti con il procedere di una crescita moderata nel secondo trimestre" spiegano da Francoforte, ricordando che "l'espansione è stata sostenuta dalla domanda interna, attraverso i cospicui contributi dei consumi privati e adesso anche degli investimenti". L'istituto in particolare indica come segnali positivi la ripresa dell'inflazione che, dopo aver raggiunto il livello minimo agli inizi dell' anno, è tornata in territorio positivo negli ultimi mesi, ma anche "la crescita trimestrale del Pil reale dell'area dell'euro".

Proprio su questo punto però la Bce sottolinea il dato controcorrente dell'Italia che di fatto fa registrare i risultati peggiori tra tutti Paesi dell'Eurzona in termini di crescita del Pil pro-capite. "La convergenza reale fra le economie dell'area dell'euro dopo l'introduzione della moneta unica è stata scarsa e l'Italia ha registrato risultati peggiori in termini di crescita del Pil pro-capite" si legge nel bollettino dell'Eurotower. La Bce spiega che la "convergenza" esaminata è quella "reale", cioè quella "quando il Pil pro capite delle economie a più basso reddito converge in maniera durevole verso quello dei paesi con redditi più alti". Secondo la Banca centrale inoltre il nostro paese fa riscontrare anche una bassa produttività del lavoro "ampiamente al di sotto della media euro" e una governance delle istituzioni nazionali nelle posizioni più basse.

 

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