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La battaglia delle parlamentari italiane: “Vogliamo allattare in aula”

Mentre in molti paesi europei le parlamentari possono allattare in aula in Italia questa possibilità è ancora preclusa.
A cura di Davide Falcioni
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Tra i corridoi di Montecitorio è possibile trovare praticamente di tutto: non mancano caffè, lavanderia, parrucchieri e molti altri servizi dei quali possono beneficiare i parlamentari italiani. Quello che manca, incredibilmente, è un servizio di nursery che custodisca i figli delle parlamentari italiane. Le quali, per di più, continuano a non poter allattare nell'austero palazzo romano, in netta controtendenza con Strasburgo e il resto d'Europa dove, normalmente, una donna eletta può sedere tra gli scranni con il suo bambino neonato e, se necessario, allattarlo mentre partecipano alle votazioni. Ma il Parlamento Europeo non è un caso isolato: all'Eliseo di Parigi è presente un "nido", idem in Svezia, canada e altri paesi avanzati. In Italia, invece, nulla. A lanciare la protesta però è stata Vanessa Camani, del Partito Democratico.

Un servizio nursery in Parlamento? Perché no?

A quanto pare il servizio di nursery era stato promesso. Sarebbe dovuto essere pronto a giugno, ma non sarebbero ancora stati trovati dei locali idonei ad ospitare le mamme insieme ai bambini per il tempo di una "poppata" o di un cambio di pannolone. La vicenda è balzata all'attenzione della vicepresidente della Camera Marina Sereni, che oltre ad aver seguito le proteste delle parlamentari, ha chiarito: "Non investiremo risorse permanenti della Camera in servizi per le deputate-madri ma ci impegneremo per individuare spazi da attrezzare dove i bambini possano essere accuditi da una persona di fiducia della parlamentare (marito, nonna, babysitter, ndr .) che potrà incontrarli nelle pause dei lavori. Pensiamo soprattutto a chi non vive a Roma, e dunque deve dividersi tra famiglia e impegni parlamentari".

Presto un progetto per parlamentari e lavoratrici di Montecitorio

Per il momento le deputate in maternità vengono considerate "in missione": una formula che consente loro di non risultare "assenti" durante i cinque mesi che la legge italiana prevede per tutte le lavoratrici. Ma Valeria Valente, presidente del Comitato Pari Opportunità della Camera, spiega: "Diversi sono i problemi delle dipendenti della Camera, 675 su 1.442, di cui il nostro comitato si occupa: a loro serve un asilo o almeno una ludoteca in grado di accogliere i figli almeno durante le vacanze, un progetto più ambizioso". Progetto che potrebbe arrivare nelle prossime settimane e che, se verrà accolto, sarebbe certamente ben accetto dalle lavoratrici e dalle parlamentari.

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