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La balla della pubblica amministrazione “elefantiaca e improduttiva” del Sud Italia

È un rapporto Svimez a sfatare uno dei tanti luoghi comuni sul Mezzogiorno: “In rapporto alla popolazione, la P.A. occupa nel Mezzogiorno circa 26 addetti su mille abitanti contro circa i 30 del Nord”. E gli occupati aumentano solo al Centro – Nord.
A cura di Redazione
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Mentre il ministro Madia ed il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si apprestano alla lunga e complessa discussione sul piano di riforma della Pubblica Amministrazione, ad offrire un ulteriore elemento di riflessione è un rapporto Svimez (l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) che mette in evidenza, tra le altre cose, la "condizione" dei dipendenti della Pubblica Amministrazione nel Sud del Paese. L'analisi "Pubblica amministrazione e Sud: i nuovi contenuti del divario", redatta da Giorgio Miotti e Andrea Salustri e pubblicata sull’ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno, è condotta sui dati dei censimenti ISTAT 2011, ISPRA, Banca Mondiale e del Ministero della Funzione Pubblica e intende analizzare i servizi erogati dalle amministrazioni, "evidenziando la permanenza di un forte divario di livello" tra il Nord ed il Sud del Paese.

Come fase preliminare, però, si rende necessario sfatare una serie di luoghi comuni, tra cui quello della "gigantesca macchina amministrativa" del Mezzogiorno italiano, che fagociterebbe risorse, producendo impieghi e posti di lavoro in quantità. Stando ai dati, infatti emerge che: "Su oltre 3 milioni di addetti nella PA a livello nazionale, solo poco più di 530mila si trovano nel Sud, mentre oltre 800mila sono nel Nord. In rapporto alla popolazione, poi, il personale occupato nella PA è di circa 30 addetti ogni mille abitanti nel Nord, e “solo” di 26 addetti ogni mille abitanti al Sud (ovviamente un discorso a parte merita Roma, sede delle amministrazioni centrali, ndr)".

Ma c'è di più, poiché come mostra la tabella, nel decennio 2001 / 2011 gli addetti alla Pubblica Amministrazione sono calati del – 6% nel Sud, rispetto al -3% del Nord:

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Nello specifico poi, si rende necessario considerare l'operato delle Regioni. Anche in questo caso i dati sono molto diversi da quelli della "percezione comune": "In dieci anni le Regioni del Sud hanno tagliato il numero delle risorse umane del 9,4%, mentre al Centro-Nord gli occupati sono cresciuti del 28%; in valori assoluti, mentre il Sud ha perso oltre 4mila occupati, il Centro – Nord ne ha acquistati quasi 10mila". Insomma, come chiosa Padovani, direttore della rivista che pubblica lo studio, "si sfata il luogo comune secondo cui al Sud domina un settore pubblico tentacolare e improduttivo che occupa più personale del Nord". Tuttavia, si noti a margine, lo stesso studio mette in evidenza le tante lacune dei servizi offerti nel Mezzogiorno: dai tempi mostruosi della giustizia (1.352 giorni al Sud per un processo civile di primo grado, ad esempio), alla lentezza dei processi burocratici, passando per gli asili nido ("usufruiti al Sud da 4,2 bimbi su 100 del 2004 a 5 del 2010: anche qui, cifre tre volte inferiori rispetto al Centro-Nord, dove oltre 18 bambini su 100 possono godere dei servizi per l’infanzia", fino ad arrivare al settore sanitario, che offre un esempio lampante del divario fra le diverse zone del paese.

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