“L’uomo che non può ammalarsi di Aids” si suicida per senso di colpa

"L'uomo che non può ammalarsi di AIDS", così era stato battezzato dalla stampa, si è suicidato all'età di 66 anni perché, spiega la sorella, "vedeva tutti gli amici intorno a lui morire, mentre lui non poteva". Stephen Crohn, secondo quanto riportato venerdì 13 settembre dalla sorella Amy, si è tolto la vita il 23 agosto dopo aver vissuto diversi anni nel "senso di colpa del sopravvissuto", così come l'ha definito la sua parente più vicina.

La condizione di sopravvissuto per Crohn è cominciata nel 1982, quando il fidanzato Jerry Green morì di Aids, dopo averlo contratto nel 1978. Negli anni successivi lo stesso virus dell'Hiv ha portato via a Crohn diversi amici, tanto da convincere l'uomo a fare qualcosa per la scienza. Crohn , infatti, aveva capito di essere particolarmente resistente all'Hiv ed accettò di farsi inoculare il virus. I medici scoprirono così la causa che aveva reso Crohn immune all'Aids. Paradossalmente all'origine della resistenza all'Hiv vi era un difetto genetico, ravvisabile in meno dell'1% della popolazione mondiale, nel recettore CCR5. La scoperta ha rivoluzionato gli studi nel settore, dato che è proprio dal caso dell'Uomo che non può ammalarsi di Aids che è nato il Maraviroc, un antinfluenzale che può bloccare o rallentare l'avanzata dell'Hiv.Il dott. Bruce D. Walker, direttore del Ragon Institute del Massachusetts General Hospital, ha confermato al Times che "il suo contributo alla conoscenza scientifica è stata davvero qualcosa di straordinario". Oltre al compagno e agli amici, Crohn era sopravvissuto anche alle due sorelle Carla Crohn Friedman e Judith Bloom.