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L’UE minaccia l’Ucraina: boicotteremo gli Europei se Tymoshenko non viene rilasciata

Yulia Tymoshenko, leader della Rivoluzione Arancione, ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le presunte violenze subite in carcere. Tymoshenko, arrestata nell’agosto 2011 e condannata a sette anni, si dice vittima di una persecuzione politica da parte dell’antidemocratico governo ucraino. E mentre i suoi sostenitori scendono in piazza per difenderla, i politici dell’UE minacciano di boicottare gli Europei se non verrà rilasciata.
A cura di Anna Coluccino
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Si fanno sempre più critiche le condizioni di salute dell'ex premier ucraino Yulia Tymoshenko – protagonista della Rivoluzione Arancion e detenuta nelle carceri di Charkiv dall'agosto 2011 per "abuso di potere". Secondo i suoi accusatori, infatti, l'esponente del Blocco Elettorale Yulia Tymoshenko e dell'Unione di tutti gli ucraini "Patria" avrebbe scavalcato il governo, stipulando di sua iniziativa un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina; secondo i suoi sostenitori – invece – l'ex premier sarebbe vittima di una persecuzione politica mirata a soffocare gli slanci riformisti della popolazione. Questa, infatti, non è la prima volta che la carismatica Tymoshenko viene arrestata. Accadde già nel febbraio 2001 – appena dopo la sua rimozione dalla carica di ministro dell'Energia nel gabinetto di governo di Viktor Juščenko; rimozione operata dal presidente Kučma su richiesta degli industriali che, in seguito ad alcune riforme della Tymoshenko, avevano perso denaro e potere. All'epoca, l'accusa rivoltale era quella di aver falsificato dei documenti e di aver importato gas metano illegalmente; l'accusa cadde dopo una sola settimana e la Tymoshenko venne rilasciata. Da allora la sua carriera politica ha subito un'intensa accelerazione, strutturandosi principalmente intorno alla ferma opposizione al regime del presidente Kučma, il quale – a detta di molti – avrebbe anche tentato di assassinarla inscenando un incidente stradale a causa del quale la leader della Rivoluzione Arancione ha riportato lievi ferite.

Stavolta, invece, la vita di Yulia Tymoshenko sembra essere in serio pericolo. Né è convinta la Germania, così come gran parte dell'Unione Europea – Italia compresa – che perciò ne chiede l'immediato rilascio, minacciando di boicottare i prossimi Europei di calcio nel caso la richiesta non venisse accolta. Ma il governo ucraino – attualmente guidato da Viktor Janukovič, altro acerrimo nemico della pasionaria – non intende cedere sulla questione, e afferma di aver ampiamente dimostrato la colpevolezza della Tymoshenko e di avere perciò il diritto di procedere contro di lei. Anzi, nei giorni scorsi un tribunale ucraino ha aperto un nuovo procedimento giudiziario contro la leader della Rivoluzione Arancione, sospettata di evasione fiscale e appropriazione indebita. Ipotesi di reato che riferimenti agli anni '90, a quando cioè  Tymoshenko guidava una compagnia che si occupava del commercio del gas, la United Energy Systems of Ukraine, fondata insieme al marito. Il problema, però, è che la leader del Blocco versa in condizioni di salute a dir poco preoccupanti. Oltre ad aver cominciato un debilitante sciopero della fame, infatti, Yulia Tymoshenko ha consegnato al suo avvocato una serie di scatti che mostrano la presenza di diversi lividi sul suo corpo; una testimonianza – a detta di molti – degli abusi subiti in carcere. Come se ciò non bastasse, la politica ucraina soffre di gravi disturbi alla schiena che la costringono a letto e che – secondo la Germania – la sanità ucraina non può curare. Tymoshenko, infatti, ha più volte affermato di non fidarsi dei medici che il governo ha scelto per lei e – pertanto – rifiuta le loro cure.

Alla luce di tutto questo, i rapporti internazionali tra l'Ucraina e l'Unione Europea si fanno ogni giorni più tesi. La cancelliera Merkel ha già fatto sapere che potrebbe decidere di non partecipare agli Europei in segno di protesta contro il governo ucraino; una decisione condivisa da un'ampia maggioranza di politici tedeschi, tra cui il presidente Joachim Gauck e il ministro dell'Ambiente Norbert Röttgen. Per quanto riguarda i politici nostrani, Pierferdinando Casini ha chiesto di seguire l'esempio tedesco boicottando gli europei, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha espresso "crescente preoccupazione" per la salute della Tymoshenko, così come hanno fatto Silvio Berlusconi e Paola Concia del PD che, come Casini, chiede al governo Monti di prendere posizione riguardo la partecipazione alla competizione calcistica che, il prossimo luglio, verrà ospitata da Ucraina e Polonia. D'altro canto, il mondo del calcio sembra meno deciso nell'intenzione di boicottare gli Europei. Il presidente dell'UEFA, Michel Platini, non ha ancora commentato la questione, mentre diversi dirigenti dei team tedeschi hanno affermato che lasceranno i loro giocatori liberi di scegliere se partecipare o meno alla competizione.

Intanto, continuano le manifestazioni della popolazione ucraina per la liberazione di Yulia Tymoshenko. Solo tre giorni fa, un corteo di migliaia di persone ha invaso il centro di Kiev in segno di protesta contro la detenzione di molti oppositori del governo ucraino, tra cui la leader della Rivoluzione Arancione. Tymoshenko, infatti, non è l'unico esponente dell'opposizione incarcerato in seguito a indagini giudiziarie. Tra gli altri, infatti, spiccano l'ex ministro dell'Interno, Iuri Lutsenko, condannato a quattro anni e l'ex vice ministro della Difesa, Valeri Ivashenko, condannato a cinque anni. La contestazione, però, non invade soltanto le strade, estendendosi allo stesso parlamento – la Verkhovna Rada. I deputati dell'opposizione hanno occupato il parlamento per protestare contro la presunta aggressione subita in carcere da Tymoshenko e, da oltre una settimana, tentano di bloccare i lavori dell'assemblea.

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