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Ucraina: siglato accordo sulla crisi a Ginevra

Tensione a Mariupol e, in generale, nella la regione orientale di Donetsk. Firmato documento per “ridurre tensione” tra rappresentanti di Ucraina, Russia, Usa e Ue.
A cura di Biagio Chiariello
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UPDATE – Firmato accordo a Ginevra. Un primo passo per l'allentamento della crisi in Ucraina è stato compiuto a Ginevra, dove al termine di un vertice a quattro – Ucraina, Russia, Usa e Unione europea – è stato firmato un documento per ridurre la tensione nel Paese. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che l’intesa prevede tra l’altro lo “scioglimento dei gruppi armati illegali” in tutte le regioni ucraine, la riconsegna degli edifici governativi occupati, lo sgombero di strade e piazze presidiate e una amnistia per tutti i manifestanti, tranne per coloro che hanno commesso “gravi reati”. Lavrov ha detto anche che dovrà essere avviato un “dialogo nazionale” nel quale siano coinvolti tutti i gruppi e tutte le zone del Paese, e spetterà ai partiti ucraini attivarsi per superare l’attuale crisi.

UPDATE: Il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un discorso alla nazione ha commentato la delicatissima situazione dell'Ucraina. Parlando dell'espansione delle truppe di Kiev, spalleggiate dalla Nato, nell'est del paese, ha detto: "Nessuno di noi deve aver paura perché la Russia risponderà per garantire la propria sicurezza, anche se si rischia una corsa agli armamenti". "Spero tanto – ha detto Putin – di non dove usare il diritto concessomi dal parlamento di impiegare la forza in Ucraina, spero tanto che la situazione possa essere risolta con mezzi politico-diplomatici". Putin non ha sottovalutato la questione energetica, affermando: "È assolutamente irreale che l’Europa possa ridurre drasticamente la forniture di gas russo perché il suo fabbisogno è del 30%-35%, con punte del 90% in Finlandia e del 60%-70% in altri Paesi".

Nuova mossa diplomatica degli USA alla vigilia del vertice sull'Ucraina a Ginevra:  la Casa Bianca annuncia nuove sanzioni contro la Russia, mentre continuano gli scontri nell'est del Paese e l'esercito ucraino abbassa le armi contro i filo-russi. Almeno tre persone sono morte e 13 sono rimaste ferite nel corso di scontri armati tra le forze di polizia ucraine e quelle dei filorussi scoppiati ieri sera e proseguiti nella notte a Mariupol, nella regione ucraina orientale di Donetsk. Lo ha reso noto su Facebook il ministro degli Interni di Kiev Arsene Avakov. E' sempre di ieri è la notizia che l'esercito di Kiev è stato bloccato dai manifestanti vicini a Mosca a Kramatorsk, nell'est dell'Ucraina e hanno così deposto le armi. Scene analoghe a Slaviansk, tra la folla che inneggiava ai soldati che smobilitavano. Si tratta dei separatisti che chiedono l'annessione alla Russia. Lo ha riferito un cronista della France Press. Inoltre, uomini armati di mitra e fucili hanno occupato il municipio di Donetsk, capoluogo dell'omonima regione, costringendo le forze dell'ordine a lasciare l'edificio. Obiettivo del blitz, hanno spiegato, ottenere un referendum sullo status della regione. Ancora, due militari ucraini sono stati presi in ostaggio da terroristi armati nella regione di Lugansk, a Krasni Luch.

L'Ucraina rischia davvero di sprofondare nel baratro della guerra civile. Per questo a Ginevra la Russia e l'Ucraina dovrebbero confrontarsi alla presenza dell'Unione Europea e degli Stati Uniti nel tentativo di trovare una soluzione alla crisi, dopo che Putin aveva chiamato al telefono la Cancelliera Merkel valutando l'operazione antiterrorismo di Kiev la causa della escalation del conflitto. Merkel ha chiesto al presidente russo di ritirare le truppe dai confini invitandolo alla moderazione. Nel frattempo la Nato ha annunciato di voler "rafforzare i dispiegamenti via terra, aria e mare", sottolineando l'importanza della riunione di Ginevra di oggi e tutti gli sforzi della comunità internazionale per trovare una via d'uscita alla situazione di crisi.

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