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Opinioni

L’ostinazione di Bersani e i dubbi di Napolitano. Ma il futuro è dei “tecnici”

Il segretario del Partito Democratico insiste per ottenere un incarico pieno da Napolitano, nonostante la chiusura del Movimento 5 Stelle e il preventivabile disastro in caso di mancata fiducia dalle Camere. Intanto però il Capo dello Stato lavora al piano B: un governo a tempo, guidato da un tecnico. Non da Monti, definitivamente fuori gioco.
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Bersani-consultazioni

Per il momento l'unica cosa certa è la volontà di Pier Luigi Bersani di provare a costruire una maggioranza parlamentare intorno ad un programma di radicale rinnovamento e a personalità stimate e rispettate anche "oltre i confini" del centrosinistra. L'hanno ribattezzato il metodo Grasso – Boldrini ed in sostanza si tratterebbe del tentativo di far uscire allo scoperto il Movimento 5 Stelle, evidenziandone le contraddizioni o, nel caso di un fallimento, individuarlo come responsabile delle mancate riforme. Il problema sarà convincere Napolitano ad avallare quello che più che un tenativo con chance di successo, sembra il viatico verso nuove elezioni. Già, perché se Bersani dovesse ottenere un incarico pieno e fallire la prova della fiducia al Senato, si configurerebbe quello che Napolitano considera come "il peggior scenario possibile". La fine della transizione montiana, l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica senza un esecutivo in carica e la caduta libera verso nuove elezioni (con tanto di ripercussioni scontate dal punto di vista della stabilità finanziaria del Paese).

Ecco perché con ogni probabilità Bersani non riuscirà a strappare più di una sorta di pre – incarico: un giro di consultazioni al termine del quale dovrà riferire a Napolitano, il quale (dopo ulteriori consultazioni) deciderà il da farsi. E, in ogni caso, non andrà alla conta al Senato senza precise garanzie. Soluzione debole, dunque, anche se in queste ore il Capo dello Stato sta vagliando anche il piano B, che in sostanza ha i contorni dell'esecutivo di scopo a tempo determinato. Un Governo, retto da un tecnico o comunque da una personalità super partes che onori gli impegni europei (sfruttando magari anche l'apertura strappata da Monti nell'ultimo vertice europeo), metta in soffitta il Porcellum (anche se si tratta di una operazione complessa), sblocchi i pagamenti della Pubblica Amministrazione e ridia un po' di ossigeno alle famiglie e alle imprese. Un nuovo governo tecnico a breve scadenza, insomma. Ma senza Mario Monti, messosi fuori gioco praticamente da solo con una serie di decisioni che definire scellerate appare riduttivo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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