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L’organo non resta nell’ospedale così i medici rifiutano l’espianto

Dopo mesi di scontri interni, l’equipe trapianti dell’ospedale San Martino di Genova si è rifiutata di espiantare un fegato che serviva ad un paziente in un’altra Regione per protesta contro la decisione di sospendere i trapianti nella struttura.
A cura di Antonio Palma
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L'organo non resta nell'ospedale così i medici rifiutano l'espianto

Sembra una vera e propria lotta interna senza esclusione di colpi quella in corso da mesi nell'ospedale San Martino di Genova tra primari, amministrazione regionale, direzione amministrativa e medici del centro trapianti. Il tutto nasce dalle relazioni, per così dire poco amichevoli, tra i diversi responsabili medici dell'ospedale e tra questi e la direzione centrale, che hanno finito per influenzare pesantemente il loro lavoro costringendo nel 2011 l'assessorato regionale a dire basta al trapianto degli organi per l'ospedale del capoluogo ligure e a indirizzare i pazienti verso Milano. Ultimo atto di questa vicenda, almeno per il momento, il rifiuto da parte dell'equipe ospedaliera di procedere ad un espianto di fegato che sarebbe servito in un altro ospedale costringendo ad intervenire medici provenienti da Padova.

Procedimento disciplinare per i medici – Secondo i dottori che hanno inscenato questa particolarissima protesta se nel centro non sono più possibili trapianti non sono nemmeno possibili gli espianti, così hanno bloccato l'urgente intervento su un fegato che serviva in un'altra Regione. Un gesto clamoroso che ha infiammato il già difficile clima al San Martino di Genova. Sulla questione è immediatamente intervenuto l'assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo, che firmando il provvedimento che sospende anche le deroghe fin qui previste per i casi eccezionali, ha detto "è l'ultima volta perché il rifiuto di espiantare un fegato è il segno di una situazione deteriorata". Avviata nel contempo anche una procedura di infrazione per i medici disobbedienti che quasi sicuramente saranno sottoposti ad un procedimento disciplinare anche da parte dell'ordine dei medici, che sottolinea il fatto che gli organi non appartengono a una regione ma al paziente che più ne ha bisogno.

Una disputa che probabilmente non finirà a breve – La "guerra" al San Martino però non sembra certo conclusa, sul tavolo ci sono ancora l'esposto alla procura del primario  Umberto Valente contro la decisione della sospensione voluta dalla Regione e i conflitti soprattutto tra lo stesso Valente e il direttore della struttura semplice Trapianti di Fegato, Enzo Andorno. L'assessore regionale comunque è stato categorico "di trapianti di fegato a Genova se ne potrà riparlare quando ci saranno le condizioni di sicurezza, cioè quando l'intero sistema funzionerà". Non sono pochi ad attendere il pensionamento di Valente nei prossimi mesi che potrebbe ridare serenità all'ambiente anche attraverso un ristrutturazione operativa dell'ospedale San Martino con la divisione del centro trapianti in due strutture semplici, senza un super-primario, una per i trapianti di fegato e una per i trapianti di rene.

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