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L’Ocse taglia le stime su Pil dell’Italia e quelle mondiali: “Crescita globale lenta”

L’organizzazione parigina evidenzia la debolezza di Eurolandia: “Può restare intrappolata in stagnazione e inflazione”. Ma è la crescita mondiale a deludere: stima 2016 ridotta a 3% (da 3,3%). Per quanto riguarda l’Italia “nel 2016 il Pil farà +1% anziché il +1,4% previsto a novembre”.
A cura di Biagio Chiariello
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 L'Ocse ha rivisto al ribasso le sue stime per il Pil italiano per il 2016, prevedendo una crescita all'1%, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all'outlook di novembre. In realtà nel suo Interim Economic Outlook, l'organizzazione di Parigi ha tagliato le stime di crescita di quasi tutte le maggiori economie dell'area. Secondo gli esperti economisti, il Pil globale crescerà del 3% nel 2016 e del 3,3% nel 2017. Si parla dunque di un taglio di 0,3 punti percentuali sia per quest’anno sia per il prossimo. Secondo la tradizionale definizione del Fondo monetario internazionale, una crescita della ricchezza mondiale al di sotto del 3% equivale a una recessione. Ma l’Ocse taglia anche a +1,4% (-0,4 punti sulle previsioni di novembre) la stima di crescita nel 2016 dell’Eurozona, e rivede al ribasso anche quella per il prossimo anno (+1,7%, con una riduzione di 0,2 punti).

L'Ocse taglia le stime delle economie globali

La capo economista Ocse, Catherine L. Mann, spiega che “i dati recenti hanno deluso e gli indicatori puntano su una crescita più lenta nelle principali economie”. La crescita globale nel 2016 “non sarà più alta rispetto al 2015, che già segnava il tasso più lento degli ultimi cinque anni”, rileva l'Ocse.  “A livello globale i mercati finanziari hanno rivalutato le prospettive di crescita, portando a cadute dei corsi azionari e ad aumenti della volatilità. Alcuni mercati emergenti risultano particolarmente vulnerabili a bruschi movimenti dei cambi valutari e agli effetti dell'elevato indebitamento interno". Per questo "è necessaria una forte risposta collettiva per rafforzare la domanda. Da sola la politica monetaria non basta: ora in molte economie le politiche di bilancio sono restrittive. Le riforme strutturali hanno perso slancio" spiega l’Ocse. In generale secondo l'ente parigino "la crescita sta rallentando in molte economie emergenti – prosegue l'Interim Economic Outlook, – con una ripresa modesta nelle economie avanzate mentre la debolezza dei prezzi deprime le esportazioni dei produttori di materie prime. Commercio e investimenti restano deboli, la domanda a rilento sta portando a bassa inflazione e ad aumenti inadeguati di lavoro e salari".

Male il pil della Germania

Guardando alle principali economie mondiali, diciamo subito che Usa si confermano in buona forma, seppur in ripiegamento, secondo le nuove stime dell’Ocse: +2% nel 2016 e +2,2% nel 2017 (+2,5% e +2,4% a novembre) dopo un +2,4% nel 2015. Bene anche Regno Unito: +2,1% nel 2016 e +2% nel 2017 (+2,4% e +2,3% secondo le stime di novembre) dopo un +2,2% nel 2015. La revisione al ribasso più dura spetta alla Germania: +1,3% nel 2016 e +1,7% nel 2017 (i dati di novembre prevedevano un +1,8% nel 2016 e un +2% nel 2017) dopo un +1,4% nel 2015. Anche la Francia non se la passa male: dopo un'espansione dell'1,1% lo scorso anno, è vista in crescita dell'1,2% nel 2016 e dell'1,5% nel 2017, in entrambi i casi il taglio delle stime è solo dello 0,1%.

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