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L’Ocse stronca l’Italia: Pil a -0,4% nel 2014, unica del G7 in recessione

Riviste le stime di crescita di tutta l’Eurozona, ma l’Italia è tra le peggiori . Anche Standard & Poor’s rivede al ribasso il Pil italiano.
A cura di Antonio Palma
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Sonora bocciatura per l'economia italiana da parte dell'Ocse. L'organizzazione mondiale infatti ha drasticamente tagliato le stime di crescita del nostro Paese e nel Rapporto economico, diffuso oggi, prevede per il 2014 addirittura un calo del Pil della Penisola dello 0,4%. Una vera e propria stroncatura soprattutto se raffrontata con le precedenti previsioni semestrali che davano il prodotto interno Lordo dell'Italia per quest'anno a +0,5%. Si tratta infatti di 0,9 punti percentuali in meno, la revisione maggiore tra i vari Paesi analizzati dall'Ocse. Con queste stime l'Italia sarebbe l'unico Paese in recessione nel G7, cioè tra le principali potenze economiche mondiali. Con questa economia, secondo la stessa organizzazione, non andrà meglio il prossimo anno né quelli successivi. L'Ocse infatti prevede che nel 2015 il Pil dell'Italia crescerà solo dello 0,1% a fronte della precedente indicazione che indicava un +1,1%.

Allarme per mancata crescita Eurozona

In realtà l'Ocse ha tagliato le prospettive di crescita anche degli altri Paesi del G-7 anche se non al livello dell'Italia. In generale però è allarme per l'Eurozona dove la crescita attesa quest'anno si è ridotta ad +0,8% rispetto al precedente +1,2%. Il recupero in Europa "rimane deludente, specialmente nei Paesi più grandi: Germania, Francia, Italia" scrive l'Ocse, mentre al contrario la ripresa è solida negli Stati Uniti e si sta rafforzando in India, in Giappone e in Cina.

Bocciatura anche di Standard & Poor's

Per l'Italia arriva sempre oggi anche la bocciatura di Standard & Poor's con un nuovo taglio delle stime di crescita. L'agenzia di rating infatti ha portato le stime sul Pil italiano nel 2014 dal +0,5% di giugno a zero con una revisione che è la più ampia tra i principali Paesi dell'Eurozona. "Le nostre precedenti valutazioni hanno in qualche modo sovrastimato l'effetto di tre fattori" scrive S&P riferendosi anche alle misure di stimolo annunciate dal premier Matteo Renzi, e che "a tutt'oggi non hanno avuto alcun effetto sui modelli di spesa degli italiani". In generale però anche l'agenzia di rating vede in negativo tutta la zona euro e avverte: "Le condizioni economiche dell'area restano fragili. I deludenti risultati del secondo trimestre hanno gettato dubbi sulla sostenibilità della ripresa nella zona euro".

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