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L’Italia spenderà almeno 15 miliardi di euro per comprare 131 aerei da combattimento

Più istruzione, meno tasse; più assistenza, meno sacrifici; più aiuti alle famiglie, meno no allo sviluppo. Demagogia? No, possibilità concrete che i cittadini italiani potrebbero avere se si rinunciasse all’ acquisto di 131 aerei da guerra americani.
A cura di pietro rinaldi
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Affascinanti strumenti da guerra che corrono a quasi 2000 km/ora (chissà quanto consumano…), sono invisibili ai radar, sono capaci di volare da portaerei corte e possono sia combattere in volo che trasformarsi in bombardieri. Ammetto che non sono immune al fascino che tecnologie di questo tipo rappresentano; ammetto che nel passato, in alcuni casi ho pensato (scoprendo poi di avere sbagliato) che la guerra fosse indispensabile; ammetto di credere che le scelte in materia di armamenti non dovrebbero essere nella disponibilità dei cittadini, ma affidate ad onesti tecnici che rispondano ad una politica lungimirante.

Tuttavia, il caso degli aerei da combattimento F35 grida vendetta a pensionati, disoccupati, cittadini costretti a pagare i servizi sanitari, pendolari cui hanno soppresso i treni, aziende e lavoratori che pagano fino ad oltre il 50% di tasse e contributi sui propri guadagni.

Vediamo il dettaglio: l’Italia nel 2002 ha firmato degli accordi per l’acquisto di 131 aerei da guerra F35 che saranno costruiti in USA dalla Lockheed Martin. Ogni aereo doveva costare in origine circa 60 milioni di dollari, oggi invece si è arrivati ad una stima di circa 112 milioni di dollari: l’incremento è stato di oltre l’85%. Per l’Italia significa un impegno di spesa complessivo compreso tra 15 ed i 20 miliardi di Euro (ovvero circa l’1% di valore di tutto quello che viene prodotto in Italia nel corso dell’anno).

Si dirà: “ma spendere tanti soldi per armi innovative darà impulso ai settori della ricerca e delle tecnologie ed aiuterà l’occupazione lavorativa” Vero, ma saranno solo gli USA ad avvantaggiarsene perché l’aereo è americano e saranno statunitensi gli operai impiegati nelle lavorazioni, perché l’America non si fida dei suoi alleati. Significa che dei soldi che l’Italia spenderà solo pochi spiccioli rimarranno in Italia.

L’attuale Ministro della Difesa avrebbe detto più volte che l’Italia non può rinunciare agli impegni presi, in quanto pagherebbe comunque per l’impegno di spessa assunto. Un’inchiesta del sito Altreconomia  ha provato l’esatto contrario.

Cosa, allora, impedisce all’Italia di comprare 131 aerei da guerra,  ciascuno dei quali costa circa 100 milioni di euro? Per ora è solo la presa di posizione di una manciata di militari e di costruttori (americani).

[quote|left]|Occorrerebbe scendere in piazza, manifestare, appendere manifesti, firmare petizioni e montare gazebo[/quote]Mai come in questo caso, occorrerebbe scendere in piazza, manifestare, appendere manifesti, firmare petizioni e montare gazebo. Invece, i principali quotidiani ignorano la notizia e solo su sollecitazioni di alcuni i Partiti stanno prendendo posizione.

C’è, infine, un’altra ragione per mobilitarsi.

Se compro una cosa, anche se dico che per ora non mi serve, prima o poi finisco per usarla; e di certo la funzione di 131 aerei da combattimento non è quella di far nascere vite o di costruire felicità.

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