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L’Isis su Michelle Obama: “E’ una prostituta”

Lo ha scritto Umm Sumayyah Al-Muhajirah, sostenitrice dello Stato Islamico, sul periodico Dabiq.
A cura di Davide Falcioni
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L'ultima provocazione dello Stato Islamico, protagonista di un'escalation militare in Siria ed Iraq, riguarda Michelle Obama, moglie del presidente degli Stati Uniti, definita una "prostituta" in un articolo pubblicato su Dabiq, periodico di propaganda del califfato arrivato alla nona edizione e diffuso online in tutto il mondo. La "first lady" americana è accusata di "vendere il proprio corpo" in un articolo intitolato "Schiave o prostitute", in cui si afferma che per Michelle Obama il prezzo che potrebbe essere pagato non supererebbe "nemmeno un terzo di dinaro", ovvero circa un millesimo di dollaro. L'articolo reca in calce la firma di Umm Sumayyah Al-Muhajirah, nota anche come "la sposa jihadista", colei che ha chiamato altre donne da diverse paesi del mondo invitandole e combattere nella guerra in Siria. Al-Muhajirah sostiene la legittimità della cattura delle giovani yazide che, secondo l'Onu, sarebbero state trasformate in schiave del sesso e vendute all’asta dai leader dell’Isis.

Secondo l'autrice dell'articolo è un grave errore ritenere la riduzione in schiavitù delle donne una violazione dei diritti umani: "Come vi permettete di giudicare? Qual è la vostra religione, qual è la vostra legge? Piuttosto ditemi, chi è il vostro dio? Piuttosto – prosegue – Allah ha aperto le terre ai suoi sostenitori, così che loro possano entrare, conquistare, uccidere gli infedeli, catturare le loro donne e usare come schiavi i loro bambini". L'articolo è stato pubblicato in concomitanza con l'avanzata dello Stato Islamico in Iraq e Siria (ieri è stata completamente occupata la città di Palmyra) e con la pubblicazione di un nuovo orribile video, che mostra l'esecuzione di un prigioniero dell'esercito siriano con un colpo di RPG, un lanciagranate normalmente utilizzato per colpire veicoli blindati.

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