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L’Isis invita a “spezzare la croce cristiana: Sottomettiamo tutti all’Islam”

L’appello sull’ultimo numero di Dabiq, la rivista ideologica dello Stato islamico. L’articolo, in inglese, invita i ‘soldati nascosti’ ad attaccare i ‘crociati’ e i cristiani a leggere “perché i musulmani li odiano”.
A cura di Biagio Chiariello
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Un soldato dell’Isis con la bandiera del Califfato abbatte una croce sul tetto di una chiesa. Sotto, la didascalia "Break the cross", "spezza la croce". Un’immagine e uno titolo che non lasciano molto spazio all’immaginazione. Nel giorno in cui cristiani e musulmani pregano insieme contro il terrore, lo Stato Islamico fa uscire il nuovo numero della sua rivista ‘ideologica', Dabiq, in larga parte dedicata a spiegare perché si deve fare la guerra ai cristiani, ed in un passaggio si argomenta: "Tra questa pubblicazione di Dabiq e il prossimo massacro che verrà eseguito contro di loro dai soldati nascosti del Califfato – ai quali viene ordinato di attaccare senza ritardi – i crociati possono leggere perché i musulmani li odiano e li combattono". La nuova uscita arriva dopo che Papa Francesco ha nettamente escluso che, quella in atto, sia una "guerra di religione".

Tra le pagine di Dabiq, è possibile leggere lodi per i soldati che hanno ucciso i "crociati" a Nizza, a Dacca, in Iraq e una preghiera ad Allah affinché continui a "garantire il Paradiso a coloro che sono stati fedeli all'alleanza e continuano la guerra contro i crociati colpendoli nei luoghi dove sono più vulnerabili". Inoltre  vengono raccontate le storie di foreign fighters, originari di America, Canada, Finlandia e Trinidad, che si sono convertiti al Daesh, e viene lanciato un appello ai cosiddetti ‘lupi solitari' a colpire. E ancora, nell’ultimo numero della rivista appare anche la condanna come apostata del soldato musulmano americano morto in Iraq nel 2004. Il giornale pubblica la foto della sua tomba al cimitero di Arlington. Il caso del militare sta facendo discutere negli USA per la polemica tra i genitori del giovane ufficiale e il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump.

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