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La storia dell’Isis che dichiara guerra anche ai gattini è una bufala

La Fatwa emessa dal Califfato riguarderebbe la città di Mosul, lʼultima sua roccaforte irachena: punisce gli abitanti che allevano mici. Secondo quando scritto sul decreto, i felini andrebbero “contro la visione, l’ideologia e le credenze” jihadiste. Ma la realtà potrebbe essere diversa.
A cura di B. C.
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Anche i gatti sarebbero finiti nel mirino dello Stato Islamico. Dopo averli utilizzati nelle foto propaganda del Califfato per intenerire l'opinione pubblica, ora lo stesso Daesh avrebbe emanato una fatwa contro l’allevamento dei felini. La notizia è riportata da Al Sumaria, l'agenzia di stampa di Baghdad, che cita fonti locali nella provincia di Ninive. L’editto sarebbe stato lanciato a Mosul, l'ultima roccaforte irachena in mano ai combattenti jihadisti. Secondo quanto è stato scritto nella fatwa, i gatti andrebbero “contro la visione, l’ideologia e le credenze” jihadiste. Tanto che alcuni animali sarebbero già stati soppressi.

Alcuni però farebbero notare che la decisione andrebbe contro la tradizione musulmana per la quale i gatti sono animali puri e benedetti a tal punto che Maometto si prendeva cura di uno di loro. La gatta Muezza si era addormentata accanto al Profeta che, arrivata l'ora della preghiera, per non svegliarla preferì tagliare la stoffa della veste. Inoltre, come accennato, a dispetto della visione dura e cruda dei combattenti jihadisti, i fedelissimi del Califfato hanno dimostrato calore e sensibilità verso i gattini in immagini e video pubblicati sui social network. Di contro, proprio questo atteggiamento ritenuto remissivo e comunque troppo occidentale dai più intransigenti jihadisti, non sarebbe visto di buon occhio dai vertici del Daesh. Da qui il divieto di possedere i micini.

Allo stesso tempo, va pure detto che non è la prima volta che l’Isis mette al bando un animale: nei mesi scorsi, ricorda il canale news russo RT, un analogo provvedimento, il cui volo era ritenuto offensivo perché esporrebbe alla vista i genitali.

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