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L’invasione delle cimici in Nord Italia: cosa sta succedendo e come eliminarle

L’autunno molto caldo ha favorito il proliferare della marmorata asiatica, specialmente in Friuli, Veneto e Lombardia. L’insetto fa ingenti danni all’agricoltura e crea non pochi problemi anche nelle città. Proviamo a capire come si possono affrontare.
A cura di Biagio Chiariello
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Stanno devastando colture e invadendo abitazioni. Mai come quest’anno le cimici cinesi rappresentano un problema tanto per gli agricoltori in campagna che per i residenti in città. I problemi sono soprattutto in Nord Italia (Veneto e Friuli, in primis, tra le regioni) con persone a costrette barricarsi in casa. E non va meglio nei campi: pere, mele, kiwi, uva, soia e mais rovinati da questi insetti polifagi che si nutrono di un’ampia varietà di specie vegetali, coltivate e spontanee. L’invasione nel nostro Paese della “cimice marmorata asiatica" è iniziata quattro anni fa, ma solo adesso si sono superati i livelli di guardia e Coldiretti ha lanciato un vero e proprio allarme, anche perché  “è molto prolifica e deposita le uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. La situazione – sottolinea la Coldiretti – è drammatica in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli, Veneto e Piemonte”.

Perché si è diffusa così rapidamente nel nostro Paese? Come già specificato in precedenza, la ‘colpa’ principale è del gran caldo di quest’autunno: favorita dalle temperature di questi giorni, la moltiplicazione dei fastidiosissimi insetti praticamente non conosce sosta, anche per il fatto che in Italia non esistono antagonisti naturali, grazie anche alla difesa del loro cattivo odore. La cimice è anche assai prolifica, perché può deporre fino a quattrocento uova due volte l’anno. E come detto, si tratta di esemplari che mangiano una grande varietà di vegetali, quindi trovano sempre cibo; infine gli adulti svernanti resistono ad inverni sempre più miti. “Siamo di fronte – commenta la Coldiretti in una nota – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una tendenza al surriscaldamento che si è accentuata negli ultimi anni ma anche con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ed anche l'aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti che colpiscono l’agricoltura”.

Ma come fare per eliminarla? Il commento di Gianumberto Accinelli, entomologo fondatore di Eugea, è quasi allarmante: “Ormai la cimice asiatica non ce la togliamo più di torno – dice – possiamo provare a limitarne la diffusione ma dobbiamo conviverci. Del resto il problema l’abbiamo creato noi: gli insetti infestanti sono frutto della globalizzazione. In genere arrivano dalle basi americane in Friuli”. Schiacciarle in casa, come si sa, rappresenta più un problema che una soluzione, visto l’odore ripugnante che sprigionano. Meglio raccoglierle e buttarle fuori. In ogni caso, l’impiego di pesticidi oppure di trappole a feromoni in campagna è utile. In tal senso, alcune disinfestazioni nei campi di soia, effettuate ‘a tappeto', sono risultate efficaci. Quel che è certo è ci vorrà del tempo per sbarazzarci delle inopportune cimici cinesi.

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