12 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’India vieta il documentario shock sullo stupro di gruppo, è polemica

Per le autorità locali il contenuto dell’intervista ad uno dei condannati per il brutale stupro potrebbe provocare reazioni violente e problemi di ordine pubblico.
A cura di Antonio Palma
12 CONDIVISIONI
Immagine

È polemica in India dopo che le autorità locali hanno deciso di bloccare la proiezione del film girato dalla regista britannica Leslee Udwin, "India's Daughter", che racconta la violenza di cui fu vittima una studentessa di 23 anni, massacrata nel dicembre 2012 da sei uomini e morta due settimane dopo per le terribili ferite riportate. La decisione è arrivata dopo che i parenti della giovane vittima avevano protestato per alcune scene della pellicola. In particolare nel mirino dei giudici l'intervista ad uno degli autori della brutale violenza che sconvolse l'India. Nell'intervista in carcere in effetti Mukesh Singh, condannato a morte, ha affermato che la colpa è stata della ragazza perché "andava in giro di notte" e "non doveva reagire allo stupro". L'uomo ha spiegato che le ragazze non devono "andare a zonzo nelle discoteche e nei pub di notte facendo cose sbagliate e vestendo indumenti sbagliati", per questo "la gente ha il diritto di impartire una lezione a quelle che sbagliano". "Quando la stavamo violentando, non avrebbe dovuto reagire. Avrebbe dovuto stare calma e permettere lo stupro. Dopo sarebbe stata lasciata da qualche parte, e solo il suo accompagnatore sarebbe stato picchiato" ha concluso l'uomo.

Rammarico della regista

Parole incredibili che sottolineano la mancanza di qualsiasi pentimento da parte dello stupratore e assassino e che hanno generato numerose proteste nel Paese. Per questo le autorità indiane hanno annunciato che il film non sarà trasmesso perché le affermazioni dello stupratore potrebbero creare una atmosfera di “paura e tensione”, generando problemi di ordine pubblico. La regista dal suo canto si è detta “profondamente rattristata” dal divieto imposto in India, ma ha sottolineato che non accetterà di tagliare i nove minuti di intervista e che il film uscirà nel resto del mondo in occasione della festa della donna, come programmato. “Credo di aver capito perfettamente il modo in cui quest’uomo vede le donne ed è questo che è estremamente scioccante. Non quello che ha fatto ma quello che pensa, che è ciò che lo ha portato ad agire. E non è l’unico a pensarla così: si parla di un’intera società”. ha commentato la regista.

12 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views