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L’idea di Renzi, cambiare la Riforma Fornero: “In pensione prima, ma con meno soldi”

“Riformare la riforma Fornero”: questa è l’idea del Governo. Troverebbe sostenitori tra i sindacati e in Parlamento, con il grande ostacolo dei conti pubblici.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE: Durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, Renzi ha ribadito il concetto e precisato alcuni punti: "L'impegno del governo è chiaro ed è: liberiamo dalla Fornero quella parte di popolazione che accettando una piccola riduzione può andare in pensione con un pòo' più di flessibilità. L'Inps deva dare a tutti la libertà di scelta". Insomma, confermata l'ipotesi dei pensionamenti anticipati.

Riformare la "Riforma Fornero": potrebbe essere questa una delle prossime mosse del Governo sulle pensioni, dopo aver dato il via libera al rimborso (stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale e spacciato dal premier per "bonus"). Nel corso della conferenza stampa di ieri il primo ministro ha annunciato l'intenzione di voler allentare le rigide norme che impongono a un lavoratore di poter andare in pensione solo a 66 anni e 3 mesi di età oppure dopo aver versato 20 anni di contributi o, ancora, dopo aver maturato 42 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Secondo Renzi, tuttavia, in futuro sarà possibile andare in pensione anche a 61 anni, anticipando sensibilmente e per giunta perdendo solo poche decine di euro al mese: "Se una donna a 61, 62 o 63 anni – ha detto il premier – vuole andare in pensione due o tre anni prima, rinunciando a 20-30-40 euro, per godersi il nipote anziché dover pagare 600 euro la baby sitter, bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino. Le normative del passato sono intervenute in modo troppo rigido".

L'idea del Presidente del Consiglio potrebbe trovare pieni consensi tra i cittadini e i corpi sociali intermedi. soprattutto i sindacati. Anche le imprese trarrebbero giovamento da un anticipo dell'età pensionabile, dal momento che potrebbero liberarsi di lavoratori ancora legati all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, assumendo manodopera giovane con contratti più "flessibili" (o precari?). Anche la sinistra PD sotterrerebbe l'ascia di guerra: "Le parole del premier Renzi sull’eccesso di rigidità nelle attuali norme pensionistiche, è musica per le nostre orecchie", ha commentato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

Quali sono, dunque, gli ostacoli al governo? Ancora una volta ad avere la peggio sarebbero i conti pubblici: la flessibilità pensionistica è infatti molto costosa. A pagare sarebbe la "nonna", che dovrebbe rinunciare non a qualche decina di euro bensì a centinaia, oppure l'erario, che dovrebbe compensare sborsando "denaro di tasca propria". In ogni caso secondo la Ragioneria Generale dello Stato gli oneri per lo stato sarebbero di circa 5 miliardi di euro. Insomma, la "riforma della riforma Fornero" solo sulla carta ha la strada spianata: in realtà le difficoltà sono molte e i tempi per una sua approvazione potrebbero essere molto lunghi.

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