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L’Europa approva il piano di investimenti da 315 miliardi di euro

Jean Claude Juncker ha presentato ieri il piano di investimenti da 21 miliardi di euro che, grazie all’effetto leva, dovrebbero diventare 315.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani dell'approvazione del piano europeo per stimolare gli investimenti Jean Claude Juncker, commentando la manovra in una riunione plenaria del Parlamento Europeo, ha detto: "L'Europa sta voltando pagina dopo anni di sforzi per promuovere la credibilità fiscale e le riforme". Nelle intenzioni del presidente della Commissione Europea il piano, approvato ieri a poche ore dall'intervento di Papa Francesco, dovrebbe dare nuova linfa alle economie del Vecchio Continente piegate dagli effetti della crisi economica e delle politiche di austerità. Non solo: con questo progetto Juncker si gioca una grossa fetta della sua credibilità internazionale, fortemente indebolita dallo scandalo LuxLeaks.

Ma in cosa consiste il piano approvato ieri a Strasburgo? Il cuore dell'operazione è il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi), che verrà finanziato complessivamente per 21 miliardi di euro (16 dal bilancio della Commissione e 5 dalla Banca Europea degli investimenti). Una cifra che sarebbe irrisoria, se non potesse beneficiare di un "effetto leva" considerevole. Secondo i calcoli di Bruxelles, infatti, ogni euro del Fondo ne produrrà 15 di investimenti pubblici o privati nei singoli stati. In totale, quindi, il fondo dovrebbe ammontare a circa 315 miliardi di euro, in grado secondo i funzionari europei di innescare effetti positivi anche sull'occupazione: si stima infatti che verranno creati 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro.

Ma da dove arriveranno gli investimenti? Lo spiega Juncker: "In questo periodo le risorse pubbliche sono scarse, ma la liquidità delle banche, delle società e dei privati è ampia e pronta all'uso: la sfida è rompere il circolo vizioso della sfiducia degli investitori". Per questa ragione la priorità verrà data ai progetti altamente redditizi, con forti garanzie assicurate proprio dai soldi comunitari ed eliminando le barriere normative ed infrastrutturali che spaventano gli investimenti privati. I settori che verranno maggiormente interessati saranno le infrastrutture energetiche, la banda larga, l'istruzione, i trasporti, la ricerca e – in una percentuale più bassa – il sostegno alle piccole e medie imprese, a cui spetteranno 75 miliardi di euro. In generale, comunque, non sono previste quote nazionali e i fondi andranno ai paesi che presenteranno i progetti migliori.

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