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L’Estasi di Santa Teresa torna all’antico splendore: restaurata la Cappella Cornaro

I lavori di restauro nella chiesa di Santa Maria della Vittoria sono finiti: dopo un anno di interventi, i marmi della Cappella Cornaro sono tornati a splendere, insieme al gruppo scultoreo di Gian Lorenzo Bernini, l’Estasi di Santa Teresa. Durante i lavori di ripulitura una scoperta interessante: una nuvola, considerata fino ad ora elemento decorativo della cornice, si è invece rivelata quale parte integrante della scultura.
A cura di Federica D'Alfonso
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È ufficialmente terminato il restauro della Cappella Cornaro di Santa Maria della Vittoria, a Roma: dopo un anno di lavori, questa mattina è stata riconsegnata alla custodia dei Padri dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi. Realizzata da Gian Lorenzo Bernini, la cappella conserva il famosissimo gruppo scultoreo dell'Estasi di Santa Teresa d'Avila, oggi visibile di nuovo in tutto il suo splendore: il restauro ha visto la ripulitura dei marmi e l'eliminazione delle stuccature non originali, ma ha portato anche alla scoperta di alcuni particolari fino ad ora non visibili. Diretti da Lia Di Giacomo ed eseguiti da Giuseppe Mantella e Sante Guido, i lavori nella Cappella Cornaro arrivano in occasione dell'Anno Teresiano, che celebra i 500 anni dalla nascita di Santa Teresa d'Avila, e preparano la città ad ospitare l'Anno Santo, che si aprirà il prossimo 8 dicembre e durerà fino al 20 novembre 2016.

Iniziati a dicembre 2014, i lavori di ristrutturazione sono intervenuti sui danni provocati da smog, infiltrazioni d'acqua e polveri, che avevano oscurato la lucentezza dei marmi, e hanno eliminato le stuccature non originali inserite nel corso dei secoli nell'impianto originario della Cappella. Sono stati ripuliti sia i marmi delle pareti che i palchetti laterali raffiguranti i membri della famiglia Cornaro, con i festoni e i putti, sia il gruppo scultoreo dell'Estasi: e proprio durante l'intervento sul capolavoro del Bernini, è emerso un particolare interessante.

Durante il restauro, sotto uno strato di pittura gialla che la faceva sembrare parte della cornice che racchiude posteriormente la statua di Santa Teresa, è emersa una nuvola che invece è risultata essere parte integrante della scultura. Un intervento eseguito forse fra XVIII e XIX secolo, di cui non si conosce ancora il motivo. "Senza dubbio è stato un cambiamento di gusto che però non interpretava il vero intento di Bernini, ma che voleva ridurre il gruppo a una pala marmorea come separata dal contesto", ha dichiarato il direttore dei lavori, Lia Di Giacomo.

Cappella Cornaro con l'Estasi di Santa Teresa, Santa Maria della Vittoria
Cappella Cornaro con l'Estasi di Santa Teresa, Santa Maria della Vittoria

La Transverberazione, conosciuta anche come "Estasi di Santa Teresa", è considerato uno dei maggiori capolavori scultorei di Gian Lorenzo Bernini. Realizzata fra 1647 e 1652, la scultura è uno degli esempi più alti di arte barocca, abilmente inserita in un complesso apparato scenografico che rende la Cappella Cornaro unica nel suo genere. Bernini si servì di materiali di diversa natura: il gruppo scultoreo è in pregiato marmo di Carrara, mentre il piedistallo su cui poggia è formato da una base in travertino, alta e profonda circa mezzo metro, ben ancorata al pavimento e alla parete di fondo della nicchia.

particolare dell'Estasi di Santa Teresa, Gian Lorenzo Bernini
particolare dell'Estasi di Santa Teresa, Gian Lorenzo Bernini

Una scena realistica fin nei più minimi particolari, che rappresenta con straordinaria intensità espressiva un episodio mistico narrato da Santa Teresa d'Avila nella sua Autobiografia. Il racconto è raffigurato quasi alla lettera da Bernini: il corpo completamente esanime e abbandonato della santa, il volto con gli occhi socchiusi rivolti al cielo e le labbra che si aprono per emettere un gemito, mentre un cherubino dall'aspetto di fanciullo, con in mano un dardo, simbolo dell'amore di Dio, scosta le vesti della santa per colpirla nel cuore.

Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio.

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