3 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’esercito pakistano: “Arrestati gli uomini che spararono a Malala”

L’agguato era avvenuto nella valle dello Swat il 9 ottobre 2012: Malala Yousafzai, all’epoca 14enne, era rimasta gravemente ferita. La ragazzina era stata presa di mira dai talebani perché si batteva apertamente per il diritto allo studio delle bambine pachistane.
A cura di Susanna Picone
3 CONDIVISIONI
Immagine

L'esercito pakistano ha annunciato di aver arrestato gli uomini che tentarono di uccidere la giovane Malala Yousafzai, attivista presa di mira perché si batteva apertamente per il diritto allo studio delle bambine. Sono dieci i militanti arrestati e, secondo quanto annunciato dall’esercito, appartengono ad un gruppo affiliato al Tehrek-e-TalibanPakistan (TTP). L'annuncio è stato fatto da Asim Saleem Bajwa, direttore generale dell'ufficio stampa dell'esercito. Sarebbero stati loro – gli arrestati saranno portati davanti a un tribunale antiterrorismo e processati immediatamente – a tentare di uccidere la ragazzina pakistana. Tutti avrebbero confessato di aver ricevuto l'ordine di sparare a Malala dal leader talebano Mullah Fazlullah. L'identificazione e l'arresto degli attentatori è stata “un'operazione condotta dall'intelligence e che ha coinvolto anche la polizia. I dieci militanti provengono da Malakand” e il loro obiettivo era di colpire altre 22 persone, ha spiegato l’esercito.

Malala Yousafzai è diventata un simbolo in tutto il mondo

L’attentato nei confronti di Malala Yousafzai risale al 9 ottobre del 2012 e avvenne nella valle dello Swat, nel nordovest del Pakistan. Degli uomini si avvicinarono al minibus sul quale Malala viaggiava insieme ad altri ragazzini che stavano rientrando da scuola: due del commando salirono sui veicolo, chiamarono la 14enne e, una volta individuata, le spararono. Malala venne colpita da due colpi, alla testa e al collo, mentre era con due amiche, Kianat e Shazia. Dopo un iniziale ricovero a Peshawar fu affidata alle cure dei medici in Gran Bretagna. La giovane ha dovuto subire diverse delicatissime operazioni chirurgiche ma è riuscita a sopravvivere. Dal giorno dell’attentato nella valle dello Swat è diventata un simbolo nella lotta contro l’arretramento culturale imposto alle donne dai talebani in Pakistan. Dopo le cure mediche Malala ha ripreso a lottare per difendere il diritto all’istruzione delle bambine di tutto il mondo e per la sua coraggiosa battaglia lo scorso anno è stata anche candidata al premio Nobel per la Pace.

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views