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L’ecografo dell’ospedale di Bari è vecchio. Donne invitate ad accettare “diagnosi errate”

Alcune donne pugliesi sono state invitate a firmare un documento con scritto: “Si informa la paziente che l’esame è stato eseguito con un ecografo di vecchia generazione. Tale condizione comporta difficoltà alla visualizzazione delle strutture fetali, rischio di errore diagnostico e bassa qualità di immagine”.
A cura di Davide Falcioni
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Una donna in stato di gravidanza che doveva sottoporsi ad un'ecografia addominale per verificare le condizioni di salute del feto nell'ospedale Di Venere di Bari è stata invitata dal medico a sottoscrivere una dichiarazione per confermare di essere stata informata del fatto che l'esame sarebbe stato eseguito con un vecchio apparecchio ecografo e che di conseguenza la diagnosi sarebbe potuta essere non esatta. A riportare la notizia è la Gazzetta del Mezzogiorno. Secondo il quotidiano la dichiarazione sarebbe stata poi allegata al referto dell'ecografia e, nella stessa giornata, diverse altre donne incinte avrebbero firmato lo stesso documento che avrebbe dovuto sollevare l'ospedale da eventuali responsabilità in caso di diagnosi errate. La vicenda risale al 20 luglio scorso. "Si informa la paziente – si legge nella dichiarazione sottoscritta – che l'esame è stato eseguito con un ecografo di vecchia generazione. Tale condizione comporta difficoltà alla visualizzazione delle strutture fetali, rischio di errore diagnostico e bassa qualità di immagine". La Asl di Bari ha avviato un'indagine interna.

La donna invitata a firmare quella dichiarazione ha spiegato: "Sono rimasta con il dubbio, spero che il bambino sia sano". Quello dell'ospedale barese è un episodio preoccupante. E' evidente che se una donna incinta si sottopone a un'ecografia si aspetta di ricevere risultati affidabili e per quanto possibili rassicuranti. Sulla vicenda è intervenuto l'onorevole Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, annunciando un’interrogazione urgente al ministro della Salute. "Il Governo disponga subito un’ispezione per verificare se il sistema sanitario pugliese che costa allo Stato 8 miliardi di euro all’anno di soldi pubblici e ai cittadini anche 279 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive, garantisce quantomeno i livelli essenziali di assistenza. È allarmante oltre che vergognoso – prosegue  Palese – che a una donna incinta che doveva sottoporsi a una ecografia morfologia, sia stato fatto firmare un documento in cui la stessa paziente si assumeva la responsabilità sul possibile esito parziale o scorretto dell’esame a causa della obsolescenza dell’ecografo usato. È incredibile che vengano ancora utilizzati macchinari di trent’anni fa e che ci siano tanta disorganizzazione e tanta anarchia nel sistema sanitario pugliese che costa allo Stato otto miliardi di euro l’anno a cui si aggiungono, da quasi quindici anni, oltre 270 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive a carico dei cittadini pugliesi. Il Governo verifichi i LEA pugliesi e garantisca che ai cittadini pugliesi vengano erogate prestazioni sanitarie con standard uguali a quelle del resto del Paese".

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