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L’attentatore di Parigi viveva in un centro profughi in Germania

L’uomo ucciso in un commissariato di Parigi aveva 7 identità diverse e fino a dicembre si trovava in un alloggio per rifugiati a Recklinghausen, nell’ovest della Germania.
A cura di Biagio Chiariello
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Secondo gli inquirenti tedeschi, il presunto terrorista che lo scorso 7 gennaio ha tentato di attaccare armato di coltello un commissariato di polizia a Parigi, nel giorno del 1° anniversario dell'attacco a Charlie Hebdo, prima di essere ucciso, avrebbe vissuto per un periodo in un centro per richiedenti asilo di Recklinghausen, nella Germania occidentale. Una voce che però i francesi non confermano. La notizia è stata data dall'Ufficio di indagini criminali (Lka) del Land di Renania del Nord-Westfalia.

Il dipartimento spiega che, dopo avere ricevuto informazioni dalle forze di sicurezza parigini, avrebbero individuato ieri il luogo in cui l’attentatore viveva all'interno della struttura. "Abbiamo ricostruito 7 diverse identità" dell’uomo, ma "non ancora quella vera" ha detto il capo del dipartimento di investigazione criminale del Nordreno-Westfalia, Uwe Jacob. Si sa comunque che lo scorso agosto l'uomo era ospitato dal centro per l’accoglienza profughi e che qui, nella camera numero 9 a Recklinghausen, avrebbe disegnato una bandiera nera dell' Isis. Secondo ‘Der Spiegel' si sarebbe scattato una foto nell'edificio con un simbolo del gruppo terrorista.

Dal centro l’uomo sarebbe sparito da dicembre. Gli inquirenti tedeschi chiariscono che l'aggressore fosse noto già da tempo, ma con identità diverse. Almeno sette: si era presentato una volta come siriano, una volta come georgiano, ma anche come marocchino e tunisino. La polizia in passato lo aveva fermato varie volte per reati minori legati alla droga o al possesso illegale di armi. n un comunicato il sindaco di Recklinghausen, Christoph Tesche, si è detto scioccato per la notizia, assicurando piena collaborazione alle autorità competenti nell’analizzare la situazione. "Tutto questo ci ha colti assolutamente di sorpresa. I nostri alloggi non sono luoghi per la criminalità o il terrorismo: indizi di questo tipo non ne avevamo mai avuti ", ha aggiunto la portavoce della città Corinna Weiss.

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