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L’attentatore di Parigi aveva 9000 munizioni nella sua auto. Arrestati i familiari

Quattro familiari dell’autore del tentativo di attentato ieri sugli Champs-Elysees sono stati posti in stato di fermo nelle ultime ore. In casa dell’uomo è stato trovato un vero e proprio arsenale tra cui barili di polveri.
A cura di Susanna Picone
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Si chiamava Adam Loft Djaziri ed era schedato dai servizi con la cosiddetta fiche “S”, la sigla riservata per i sospetti radicalizzati l’uomo che ieri ha riportato la Francia nel terrore. Trentunenne nato a Argenteuil, in Val-d'Oise, l’autore del tentativo di attentato sugli Champs Elysées era figlio di padre tunisino e madre polacca. L'uomo si è deliberatamente schiantato contro un furgone della Gendarmeria ed è morto. Fortunatamente nel suo attacco nessun altro è rimasto ferito: a bordo della camionetta, al momento dell’attacco, c’erano otto agenti, tutti illesi.

Fermati quattro familiari dell’attentatore – Questa mattina sono stati fermati quattro suoi familiari: durante la perquisizione della casa dell'attentatore – in una banlieue di Parigi – sono stati fermati la moglie, il fratello e la cognata mentre il padre è stato individuato e arrestato più tardi, nella sua abitazione. Secondo quanto rivela France Info, l’attentatore aveva 9000 munizioni della sua auto Renault Megane. Inoltre in casa sarebbe stato trovato un vero e proprio arsenale tra cui barili di polveri. BFM-TV riferisce in particolare che nell'abitazione sarebbero stati ritrovati fucili, munizioni e materiali per costruire una bomba, ma non esplosivi. Molti oggetti, tra cui due telefoni cellulari e un computer sono stati portati via dagli uomini del BRI (Brigate di ricerca e intervento).

Secondo fonti di stampa tornava spesso in Tunisia dove frequentava ambianti estremisti – L'uomo era titolare – secondo informazioni raccolte ancora da BFM-TV – di regolare porto d'armi. A quanto riferito dall'emittente, aveva ottenuto un permesso per ben tre armi da fuoco di uso sportivo valido fino al 2020. Secondo fonti di stampa, inoltre, tornava spesso in Tunisia dove era solito frequentare ambienti estremisti islamici, in particolare il gruppo dichiarato terroristico dalle autorità tunisine, Ansar Al Sharia.

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