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L’Aquila ricorda le vittime del sisma di 8 anni fa: fiaccolata e 309 rintocchi nella notte

L’Aquila ricorda le vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Otto anni fa una forte scossa sconvolse la città provocando 309 morti. Ieri sera circa seimila persone hanno partecipato a una fiaccolata silenziosa per ricordare le vittime, tra loro anche un gruppo di terremotati di Amatrice e Arquata.
A cura di Susanna Picone
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Erano le 3.32 della notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 quando una violenta scossa di terremoto di magnitudo 5.9 devastò l’Abruzzo radendo al suolo la città di L'Aquila e causando 309 vittime. Crollarono chiese, edifici monumentali e civili tra cui la Casa dello Studente, dove morirono otto giovani. Questa notte, nell’ottavo anniversario del sisma, la gente dell’Aquila è tornata in strada per una fiaccolata in memoria delle vittime. Oltre agli abitanti del capoluogo abruzzese quest’anno alla fiaccolata hanno partecipato anche un gruppo di terremotati di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), alcune delle cittadine maggiormente danneggiate dal terremoto che la scorsa estate ha devastato il Centro-Italia.

Seimila persone alla fiaccolata per le vittime del terremoto – C’erano inoltre gli sfollati di Campotosto (L'Aquila), il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti e il sottosegretario con delega alla Ricostruzione, Paola De Micheli. Circa seimila persone in totale, secondo la stima della questura, hanno partecipato alla fiaccolata silenziosa partita da via XX settembre, davanti al tribunale, poi una sosta davanti alla Casa dello Studente e l’arrivo in piazza Duomo. A guidare il lungo serpentone c’erano i familiari delle vittime con i loro striscioni e le foto dei loro cari scomparsi. Al termine della fiaccolata c’è stata la lettura dei 309 nomi delle vittime del terremoto, poi la messa celebrata da monsignor Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita dell'Aquila, e la veglia di preghiera. Infine, alle 3:32 della notte – orario della scossa che colpì L’Aquila –, i 309 rintocchi di campana.

"La morte non ha l'ultima parola" – “La morte non ha l'ultima parola, questo non toglie il dolore ma rende più sereni”, ha detto il monsignore durante l'omelia. “Chi ha perso persone care porta nel cuore ferite che restano aperte, non c'è cicatrizzazione, ma sono ferite sane che non devono infettarsi con il rancore e la rabbia – ha aggiunto – Se il dolore non si ripiega su stesso ma si apre al mistero della Pasqua e della resurrezione, porterà vita”. “Eravamo convinti che il terremoto non sarebbe più venuto e invece ha colpito popolazioni sorelle, persone che conoscevo avendo fatto il parroco in quei paesi cancellati. Ora li ringrazio come ha fatto Papa Francesco per la loro testimonianza”, ha detto ancora durante la messa.

Lutto cittadino a L'Aquila – Per oggi il sindaco Cialente ha firmato un'ordinanza con la quale si dispone il lutto cittadino per la giornata dell’ottavo anniversario del sisma. Attraverso il documento il primo cittadino dispone anche “l'esposizione a mezz'asta e listate a lutto delle bandiere esposte sugli edifici pubblici del territorio comunale, il divieto, nelle vie e nelle piazze nelle quali si svolgono le iniziative in ricordo, di tutte le attività che possano intralciare l'afflusso delle persone, oltre che delle attività ludiche e ricreative e di ogni altro comportamento che contrasti con il carattere luttuoso della ricorrenza, e, infine, la chiusura, in segno di lutto e in memoria delle vittime del sisma, degli esercizi commerciali e dei locali pubblici dell'intero territorio comunale, dalle ore 9.30 alle ore 11.30”.

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