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L’Aquila, mazzette per la ricostruzione del dopo terremoto: 10 arresti e 35 indagati

Maxi operazione dei carabinieri della città abruzzese nell’ambito di una inchiesta della Procura su presunte mazzette in una serie di appalti pubblici nella ricostruzione del centro dopo il sisma del 2009. Coinvolti funzionari pubblici e professionisti. Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati anche a Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento.
A cura di Ida Artiaco
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Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri alle prime luci dell'alba di mercoledì 19 luglio nell'ambito di un'inchiesta su presunte mazzette in una serie di appalti pubblici nella ricostruzione dell'Aquila. A otto anni dal terremoto che ha distrutto quasi completamente la città abruzzese, continuano così gli scandali legati alle operazioni di riedificazione del centro storico e delle zone limitrofe. Nello specifico, sono state eseguite dieci ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e sono stati notificati cinque provvedimenti di applicazione del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale, disseminati in Abruzzo, Campania, Marche e Puglia. Tra i reati contestati, compaiono quelli di corruzione, abuso d'ufficio e turbativa d’asta che sarebbero stati commessi in quello che è stato definito il "cantiere più grande d'Europa".

Inoltre, perquisizioni e sequestri sono stati effettuati nelle province dell’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino, Bari e Benevento. A essere coinvolti nell'indagine, che scuote ancora una volta il post terremoto dell'Aquila, sono funzionari pubblici, professionisti e imprenditori, tra cui anche nomi eccellenti, che per il momento non sono però stati resi noti. Sarebbero complessivamente 35 gli indagati, tra cui le 10 persone poste ai domiciliari. A inchiodarli, ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre ai video e foto che dimostrerebbero le pressioni e le mazzette messe sul tavolo per vincere gli appalti per la ricostruzione dopo il sisma del 2009. Stando a quanto si è appreso, le ricerche dei Carabinieri dell'Aquila, coordinate dal procuratore capo Michele Renzo e dal pm Antonietta Picardi, sarebbero scattate da spunti investigativi emersi da un'altra inchiesta.

Non è la prima volta che un'indagine del genere porta al fermo di persone coinvolte nei lavori per la ricostruzione della città. Già nel 2014 in cinque, tra funzionari e amministratori pubblici, erano stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta denominata "Do ut Des", secondo la quale l'ombra delle tangenti avrebbe macchiato l'era post sisma del comune aquilano. Anche all'epoca, questi erano ritenuti responsabili, a vario titolo, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ristrutturazione de L'Aquila.

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