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Appello agli aspiranti psicologi: “Siamo troppi e malpagati, scegliete un altro mestiere”

L’allarme è stato lanciato dal segretario dell’Associazione unitaria psicologi italiani, che si scaglia contro il sistema scolastico che rischia di essere “una fabbrica di sogni senza speranza di realizzarsi”.
A cura di Charlotte Matteini
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Scegliete un altro mestiere, altrimenti sarete destinati a essere disoccupati oppure a guadagnare uno stipendio da fame. Il messaggio lanciato ai maturandi dall' è chiaro, seppur non espresso in maniera differente. Una sorte di appello al contrario, quello del segretario generale Aupi Mario Sellini: "Non vogliamo una società di illusi. Evitiamo il lungo calvario che molti affrontano per iniziare questa professione, raggiungendo comunque risultati scarsissimi e rischiando un futuro di disoccupazione. Non vi è dubbio che la società odierna abbia ‘fame di psicologia', ma non di uno psicologo ogni 600 abitanti", ha spiegato Sellini agli studenti, senza troppi giri di parole.

Troppi e mal pagati, la categoria degli psicologi non gode di trattamenti di favore, a quanto sembra. Prendere questa strada, avvertono i senior, equivale a lanciarsi in un burrone, il burrone della disoccupazione e della precarietà. Su 100.000 psicologi italiani, infatti, secondo i dati Aupi, solo 51.000 sono iscritti all'Enpap – la cassa di previdenza della categoria – e ciò significa che solo la metà degli iscritti all'ordine lavora in maniera regolare e continuativa. "Diecimila sono gli psicologi assunti nelle Asl o in altre strutture preposte, e ben 30 mila quelli disoccupati destinati ad aumentare, dato che ogni anno escono dalle università italiane circa 6 mila psicologi e solo la metà si iscrive alla cassa di previdenza che conta circa 3.300 iscritti l'anno", prosegue Sellini.

Altro grosso problema: le retribuzioni molto basse, anzi "pessime", come le definisce Sellini. "Il reddito medio lordo per i pochi fortunati che riescono a trovare lavoro è di circa 14 mila euro l'anno e le donne, che rappresentano all'incirca l'80% della categoria, guadagnano ancora molto di meno rispetto ai colleghi maschi". Eppure, sottolinea Sellini, "a dispetto di uno scenario poco edificante, sempre più giovani si iscrivono alla Facoltà di Psicologia" e questo significa che c'è qualcosa che non funziona nel sistema scuola, che non riesce a indirizzare i ragazzi e consigliare loro percorsi professionali diversi, proponendo di evitare quelle che sono categorie già oltremodo sature.

"L'ultimo rapporto ‘Alma Laurea', che monitora l'inserimento lavorativo dei laureati fino ai 5 anni dal conseguimento del titolo, è disarmante. Le professionalità sanitarie e la psicologia sono agli ultimi posti nella classifica dell'occupazione post-laurea. Il tasso di disoccupazione, rispetto a tutte le altre professioni, è del 12,8%. Ed è a dir poco sconcertante la classifica delle retribuzioni dove la psicologia occupa l'ultimo posto con una media di 980 euro al mese", spiega Sellini, che punta il dito contro il sistema scolastico che "rischia di essere una ‘fabbrica di sogni' senza speranza di realizzarsi".

"Il Governo spende 6-7 mila euro l'anno per ogni iscritto all'università, nel momento in cui i giovani fanno orientamento o vengono guidati dagli insegnanti nella scelta dei propri studi dovrebbero conoscere la realtà che invece pare sfuggire ai più. Anche le famiglie dovrebbero informarsi sulle scelte dei propri figli e conoscere le scarsissime possibilità di alcuni percorsi universitari. Fra qualche giorno moltissimi neo diplomati decideranno la propria carriera universitaria, ma conoscono gli sbocchi occupazionali?", conclude il segretario generale dell'Associazione.

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