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L’anticipo pensionistico è bloccato: il governo in ritardo con i decreti al Consiglio di Stato

L’anticipo pensionistico proposta dal governo Renzi e introdotto nell’ordinamento dall’Esecutivo Gentiloni sembra aver accumulato un grosso ritardo a causa di problemi di tipo burocratico: il governo, infatti, è in ritardo con la presentazione del necessario dcpm al Consiglio di Stato e dunque l’Ape social e volontaria non sono ancora richiedibili e probabilmente non lo saranno fino al prossimo luglio.
A cura di Charlotte Matteini
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L'anticipo pensionistico introdotto dal governo Renzi lo scorso anno sembra aver incontrato qualche intoppo. L'Ape social, ovvero la pensione anticipata a carico dello Stato per determinate categorie di lavoratori, quelli che svolgono mansioni usuranti ad esempio, e l'Ape volontaria avrebbero dovuto entrare formalmente in vigore lo scorso primo maggio, ma a una settimana di distanza sembra ancora impossibile inviare le domande all'Inps. Come successo con il Bonus Mamma Domani – in partenza il primo gennaio, ma formalmente entrato in vigore oltre 4 mesi dopo, lo scorso 4 maggio, a causa dei ritardi accumulati dai ministeri coinvolti – anche per l'Ape sembrano al momento mancare ancora alcuni atti fondamentali per la sua ufficiale entrata in vigore. L'Ape social risulta ferma in quanto il governo non avrebbe ancora emanato il necessario decreto della presidenza del Consiglio, fermo ai rilievi del Consiglio di Stato a cui il testo del decreto è pervenuto solo il 19 aprile scorso.

Scrive Enrico Marro del Corriere della Sera:

Eppure Palazzo Chigi avrebbe avuto tutto il tempo per chiudere la partita in tempo, visto che la legge di Bilancio è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 21 dicembre 2016. Con una procedura d’urgenza il Consiglio di Stato ha dato il proprio parere (32 pagine) il 26 aprile. E a quel punto la faccenda si è complicata perché la suprema magistratura amministrativa ha mosso rilievi sostanziali al dpcm. In particolare, il Consiglio definisce «illegittima» l’inclusione tra i beneficiari dell’Ape degli operai agricoli e di coloro che non hanno i requisiti per la Naspi (indennità di disoccupazione) purché siano senza lavoro da più di 3 mesi. Tale ampliamento della platea, si dice nel parere, si può fare solo cambiando la legge e non con un semplice regolamento. Mentre il dpcm è fermo, il primo maggio è passato e le domande non si possono presentare. Il governo pensa ora di dare più tempo del previsto per presentarle (il 15 o il 31 luglio anziché il 30 giugno). Ma se il regolamento non sarà sbloccato subito, tutti i termini rischiano di saltare. L’Inps dovrebbe infatti stilare entro il 30 settembre la prima graduatoria degli aventi diritto in rapporto ai 300 milioni disponibili (si partirà dai più anziani). Il Consiglio chiede inoltre al governo di correggere il dpcm per garantire che il pagamento dell’Ape avvenga, per chi ne ha diritto, con effetto retroattivo dal primo maggio. Perché, per come è scritto il testo, c’è il rischio che non sia così. Insomma, un bel pasticcio.

Per quanto riguarda la situazione dell'Ape volontaria, ovvero dell'anticipo pensionistico a carico del pensionando e riscosso tramite l'attivazione di un particolare prestito presso gli istituti bancari convenzionati con l'Inps, il ritardo sarebbe ancora più sensibile: il governo, infatti, non ha ancora inviato il necessario dcpm al Consiglio di Stato e l’intera procedura è ancora in alto mare. L’Ape volontaria si potrà chiedere fino al 31 dicembre del 2018, ma al momento non sono proprio note le date di potenziale entrata in vigore della normativa atta a regolamentarla. Finché il decreto della presidenza del consiglio non sarà inoltrato al Consiglio di Stato e finché il dcpm non verrà autorizzato dai giudici, non sarà possibile costruire la regolamentazione della misura e l'Inps non sarà in grado di predisporre il portale per la ricezione delle domande dei contribuenti interessati.

I sindacati sono sul piede di guerra. Già qualche settimana fa avevano infatti denunciato il rischio slittamento dell'entrata in vigore del provvedimento: "Il governo deve sbrigarsi con i decreti attuativi dell'Ape sociale, stiamo perdendo tempo e non capisco perché la burocrazia continua ad imperare nel nostro Paese".

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