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L’allarme Unicef: 300 milioni di bambini nel mondo respirano aria tossica

L’ultimo report dell’Unicef sullo sviluppo della prima infanzia nel mondo mette in guardia: “Ambienti non salutari e malattie hanno contribuito all’arresto della crescita di 155 milioni di bambini”
A cura di Antonio Palma
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Aria altamente inquinata, tossica e fortemente nociva per la loro salute, è quella  che sono costretti a respirare tutti i giorni e a tutte le ore circa 300 milioni di bambini in tutto il mondo con gravi conseguenze per la loro crescita. È l'allarme lanciato dall'Unicef con il suo rapporto 2017 sullo sviluppo della prima infanzia sul Pianeta che invita tutti Paesi a prevedere politiche volte a salvaguardare il futuro dei più piccoli e quindi quello delle prossime generazioni. I dati infatti parlano chiaro: un bambino su 7 vive in aree dove si registrano livelli insostenibilmente elevati di inquinamento atmosferico, ossia 6 volte più alti rispetto alle linee guida internazionali.

Si tratta di dati preoccupanti e spaventosi ma che purtroppo ricalcano quelli dell’anno scorso a indicare che poco o nulla si è fatto in questi mesi almeno per controllare questa situazione limite. Per questo bisogna agire subito visto diverse ricerche hanno già dimostrato che respirare in zone inquinate, in cui la concentrazione di particolato nell’aria è molto elevata, può compromettere seriamente il corretto sviluppo cerebrale dei bambini durante la prima infanzia.

In generale, la scarsa nutrizione, ambienti non salutari e malattie hanno contribuito all'arresto della crescita di 155 milioni di bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo, privando i loro corpi e il loro cervello della possibilità di svilupparsi e raggiungere il loro pieno potenziale. Un dato che, secondo il report, è dovuto principalmente al fatto che solo 15 paesi nel mondo, tra cui fortunatamente l’Italia, hanno politiche nazionali di base per l'infanzia che garantiscono ai genitori tempo e risorse per supportare un sano sviluppo del cervello dei propri figli. Addirittura ci sono 32 Paesi che non hanno nessuna di queste politiche e sono quelli dove vive un bambino su 8 di tutti i bambini del mondo con meno di 5 anni.

"Se non investiamo adesso nei bambini e nelle famiglie più vulnerabili continueremo a perpetrare i cicli intergenerazionali di svantaggio e diseguaglianza. Vita dopo vita, opportunità mancate su opportunità mancate, stiamo ampliando la distanza tra ricchi e poveri e minando, nel lungo periodo, la nostra forza e stabilità”, ha spiegato Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef, concludendo: "Politiche che supportano lo sviluppo della prima infanzia rappresentano degli investimenti fondamentali per lo sviluppo dei nostri bambini, di tutti i cittadini e della forza lavoro di domani e letteralmente del futuro del mondo”.

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