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L’addio di Obama nella sua Chicago: “Un onore servire gli americani, non mi fermerò”

“Americani, è stato l’onore della mia vita servirvi. Continuerò a farlo da cittadino per il resto dei miei giorni”, così un commosso Barack Obama ha parlato per l’ultima volta da presidente alla Nazione davanti a una folla in delirio. “Yes, we can”, ha concluso rilanciando lo slogan che lo portò alla Casa Bianca.
A cura di Susanna Picone
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Si è commosso, ha fatto piangere la folla che lo ascoltava e ha concluso il suo ultimo discorso alla Nazione da presidente degli Stati Uniti d’America con lo slogan che lo portò alla Casa Bianca e che urlò nella ormai leggendaria election night del 2008: “Yes we can!”. Così Barack Obama ha salutato la sua Chicago, la città dalla quale è partita ormai anni fa la sua avventura, davanti a una folla di ventimila persone in delirio. Ha urlato “Yes we can” ma anche “Yes we did” perché l’America “oggi è migliore” secondo Obama. Per il presidente, nel corso del suo mandato alla Casa Bianca il cambiamento c’è stato. E così, in un clima di commozione assoluta, Obama ha ricordato alcuni dei successi della sua presidenza. Ad esempio la legalizzazione delle nozze gay e il salvataggio dell'industria dell'auto, sull'orlo della bancarotta dopo la grande crisi. Ma nel suo ultimo discorso Obama ha parlato soprattutto dei valori che rendono l’America eccezionale e che non vanno traditi. Valori per i quali lui ha promesso che continuerà a combattere anche da semplice cittadino. “È stato un onore servire gli americani, non mi fermerò – ha detto Obama -. Continuerò a farlo per il resto dei miei giorni”. “Non credete nel cambiamento che posso portare io, ma in quello che sta dentro di voi. Se qualcosa ha bisogno di essere aggiustato, mettetevi le scarpe, uscite e fatelo”, ha detto ancora commosso.

Obama: “Non tradire i valori dell’America”

A Chicago Obama non ha parlato direttamente dell’uomo che fra qualche giorno prenderà il suo posto, Donald Trump, se non per ribadire ancora una volta che farà di tutto per agevolare la transizione. Ma ha ricordato come il futuro dell’America dipenda dalla salvaguardia di quei principi di libertà, uguaglianza, democrazia che furono dei padri fondatori, e ha detto che mai accetterà qualunque discriminazione contro i musulmani. “Anche perché l’Isis sarà sconfitta – ha detto Obama – solo se non prevarrà la paura e si sapranno salvaguardare proprio quei valori che il terrorismo vuole distruggere”. Anche negare i cambiamenti climatici – altra stoccata al suo successore – per Obama “sarebbe tradire le generazioni future e lo spirito del Paese”. Obama ha parlato anche delle discriminazioni razziali nei confronti di tutte le minoranze, a partire da quella afroamericana: “Servono le leggi, anche se queste non bastano. Devono cambiare i cuori”, ha detto il presidente.

Lacrime per Michelle: “Sei la mia migliore amica, ci ha resi orgogliosi”. Assente la figlia Sasha

Obama è poi apparso decisamente commosso quando ha parlato di sua moglie Michelle: “Non sei stata solo la madre delle mie figlie, ma anche la mia migliore amica. Hai reso la Casa Bianca la casa di tutti, e ci hai resi orgogliosi”, ha detto rivolgendosi alla first lady. E con lei, con la figlia Malia e il vice Jeo Biden, il due volte presidente degli Stati Uniti ha salutato l’America. Assente invece per l'ultimo discorso da presidente di suo padre l'altra figlia, Sasha, rimasta a Washington per un esame.

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